Riflessione sulla globalizzazione – Statements on globalization

Disegno che mostra la visione dall'alto di uno spaccato urbano sovrastato dall'icona del virus. L'osservatrice è una opulenta donna affacciata ad un terrazzo collocato sull'estrema sinistra del paesaggio.
Ugo La Pietra, disegno, da "Diari da casa/Riflessioni dalla quarantena di Ugo La Pietra e Corrado Levi", Galleria Corraini, Mantova, 2020-2021.

Finalmente si incomincia a capire che cos’è la globalizzazione

Sembravano tutti entusiasti della globalizzazione dei mercati, governata sempre di più dalla dittatura cinese attraverso le sempre più numerose “vie della seta” ma, solo tre mesi fa, guardavano con distacco i tanti malati del “virus” che mieteva vittime nella lontana Cina.

La Cina ci era vicinissima, grazie ai milionari che venivano a fare shopping a Milano, alimentavano il turismo a Roma e Venezia, si trasferivano qui per studiare nelle tante nostre scuole private… ma ci era lontanissima quando moriva e soffriva. Non abbiamo voluto guardare e capire cosa stava succedendo dall’altra parte del nostro mondo: era un male lontano! 

Ora che abbiamo preso coscienza della globalizzazione, dovremmo cominciare a coglierne tutti gli aspetti: positivi e negativi. Dopo ogni guerra si è sempre pensato che la gente “avrebbe imparato la lezione”: troppi i morti, troppa la distruzione, perché si potesse ripetere. Ma abbiamo potuto constatare come i popoli non abbiano voluto imparare la lezione! 

Ora, in una società dove l’unico valore è il profitto all’interno di un mercato spregiudicato e globale, riusciremo dopo questa terribile esperienza ad andare oltre, e distinguere il valore della globalizzazione da quello, preziosissimo, della diversità? Gli artisti dovrebbero essere i primi a lavorare per i valori legati alla cultura delle “diversità nell’unità”. 

Siamo un unico grande popolo: dovremmo sentirci uniti, per far fronte ai grandi problemi che ci impegnano per il benessere collettivo, ma allo stesso tempo dobbiamo lavorare per esaltare le nostre diversità. 

 

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Finally, we begin to understand what globalization is!

People seemed enthusiastic about the globalization of markets, increasingly governed by the Chinese dictatorship through the numerous “silk roads“. However, only three months ago, people looked with detachment at the many sick people of the “virus” that claimed victims in China.

China was very close to us, thanks to the millionaires who came to shop in Milan, who fueled tourism in Rome and Venice, and moved there to study in our many private schools. Differently, China was very far away when its people were dying and suffering. We did not want to look and understand what was happening on the other side of our world: it was a distant evil!

Now that we have become aware of globalization, we should begin to grasp both its positive and negative aspects. After every war people were likely to think that they “would have learn their lesson”. For instance, there were too many dead people and too much destruction to let history to repeat itself. Unfortunately, we were able to see how people did not want to learn their lesson!

Now, in a society where the only value is profit within an unscrupulous and global market, will we be able, after this terrible experience, to go further? Will we be able to distinguish the value of globalization from the very precious value of diversity? Artists should be the first to work for the values ​​linked to the culture of “diversity in unity”.

We are one great people: we should feel united to face the great problems in order to achieve the collective well-being. At the same time, we must work to enhance our diversities.

 

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