Planet earth, sixth extinction/ Stavolta la causa è l’uomo

Planet earth, sixth extinction/Stavolta la causa è l'uomo
Populus Euphratica, by Xinpson on zh.wikipedia - Originally from zh.wikipedia; CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=820853

Natural catastrophes and extinctions

It is not the title of a film or even a prediction by earth science specialists. It is a critical moment of our planet’s evolutionary process, following the previous five which had been caused by unforeseeable natural catastrophes such as eruptions of volcanoes or collisions with asteroids, etc. But the current one is largely determined by man.

In 1968 Paul Ehrlich, professor of biology at Stanford, published The population bomb. In his essay he calculated the timing of the demographic collapse on the planet. His previsions turned out to be inaccurate in the following decades. Anyway, they arose a scientific and political debate that is extremely topical today.

Paul Ehrlich, a prophet of dooms

At the time, many considered Ehrlich too pessimistic as a prophet of doom. In 1968, the three and a half billion people in the planet did not alter its balance and therefore it was possible to continue in the race for well-being without brakes or precautions. But the eight billion men that the earth hosts at the beginning of 2023 consume 175% of what the planet can reproduce. According to a study by the World Wildlife Fund, Latin America has lost 94% of its wildlife in the last 50 years, whose habitats have been destroyed by man.

Extinctions and poverty

The extinction of many animal species – bees, etc. – will cause food shortages, to which desertification and the destruction of forests will contribute. The consequences the consequences are there for all to see, for instance the dramatic migratory flows due to famines. But the “international community” does not seem to be able to deal with the problem.

But who will pay? As usual, and according to Darwinian doctrine, the weakest or the most unfortunate. These days, Germany has welcomed one million Syrian expatriates, but they all are educated and qualified to contribute to the country’s progress. The others? We cannot help them because they are victims of a demographic habits which turn to be incompatible with our well-being. In other words, those who will pay are simply responsible for being born too many and in the wrong place. Half of the world’s population live on less than $10 a day. They will be the ones to “extinct” before that minority of humanity which is better equipped and can easily face the problems. They will pay for their guilt of existing.

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Catastrofi naturali e estinzioni

Non è il titolo di un film e neanche una previsione degli specialisti di scienze della terra. Si tratta del momento critico di un processo evolutivo del nostro pianeta, che ne ha già passati altri cinque. Con una differenza: le precedenti estinzioni erano state determinate da catastrofi naturali imprevedibili come eruzioni di vulcani o urti con asteroidi, etc; l’attuale invece è in buona parte provocata dall’uomo. Nel 1968 Paul Ehrlich, professore di biologia a Stanford, diede alle stampe The population bomb, un saggio in cui calcolava i tempi del collasso demografico sul pianeta. Le sue previsioni si rivelarono inesatte nei decenni successivi, ma ebbero il merito di suscitare un dibattito scientifico e politico oggi di estrema attualità

Paul Ehrlich, profeta di sventure

Allora molti considerarono Ehrlich un profeta di sventure troppo pessimista. I tre miliardi e mezzo di persone che nel’68 popolavano il pianeta non ne alteravano gli equilibri e quindi si poteva continuare nella corsa al benessere senza freni o precauzioni. Ma gli otto miliardi di uomini che la terra ospita all’inizio del 2023 consumano il 175% di quello che il pianeta può riprodurre. Secondo uno studio del World Wildlife Fund  l’America Latina negli ultimi 50 anni ha perduto il 94% della sua fauna selvatica, i cui habitat sono stati distrutti dall’uomo.

Estinzioni e povertà

Molteplici estinzioni di specie animali – si pensi alle api – provocheranno  carenze di generi alimentari, alle quali contribuiranno la desertificazione e la distruzione delle foreste. E non si può dire che le conseguenze di tutto ciò siano invisibili. I flussi migratori sempre più consistenti e drammatici dovuti alle carestie sono sotto gli occhi di tutti, ma la “comunità internazionale” sembra non essere in grado di affrontare il problema.

Ma chi pagherà? È qui che una risposta chiara possiamo darla. Come al solito, secondo la dottrina darwiniana, pagheranno i più deboli o i più sfortunati. La Germania ha accolto un milione di siriani espatriati, ma tutti scolarizzati e qualificati per contribuire al progresso del Paese. Gli altri? Non possiamo aiutarli perché sono vittime di abitudini demografiche incompatibili con il nostro benessere. In altre parole sono responsabili di essere nati in troppi e nel posto sbagliato. La metà della popolazione mondiale vive con meno di 10 dollari al giorno. Saranno loro a “estinguersi” prima di quella minoranza dell’umanità più attrezzata a fronteggiare i problemi. Pagheranno la colpa di esistere.

Dello stesso autore: Ai margini di Sharm el-Scheikh, il fallimento sul clima