Shoah, una storia non fissata perché si ripete

Shoah, una storia non fissata perché si ripete

Pelle pallida, capelli biondi, occhi blu. Ecco la razza pura hitleriana. Gli ariani. Gli altri? Rubbish. Specie se ebrei, colpevoli di tutti i mali del mondo e che devono espiare. Questo si ricorda nel mondo il 27 gennaio. Germania compresa. Non guasta mai dire queste cose con chiarezza assoluta. Specie per evitare che le righe che seguono provochino equivoci. Dal titolo dei riquadri innestati nei marciapiedi delle città dall’artista tedesco Günter Demnig per stimolare la Memoria prende nome Il comitato “Pietre d’inciampo”. Presieduto dalla Senatrice a vita Liliana Segre, esso raduna questi fatti e sentimenti: la resistenza, le deportazioni, l’antifascismo. Tutto da imparare a memoria e da registrare. Tutto ben oltre quella fatidica data.

Liliana Segre, la sua Memoria

Ma Hitler non fu originale, se non nei suoi modi barbarici e atroci. Una sorta di storia perpetua, l’antisemitismo. Non genocidio, ma deportazioni nei Gulag, diversamente feroci, quelle di Lenin e di Stalin: un totale di circa 15 milioni di vittime, seguiti da sei milioni morti per carestia. Una Red Remembrance? Gara di numeri tra disgraziati che è meglio evitare. Indefessa battagliera, la Segre, ma realista: della Shoah le future generazioni potrebbero trovare solo una riga nei libri di storia. Ma il dato triste e paradossale è forse che, lungo i secoli, non c’è stata necessità di ricordarla. Ciò perché essa si è ripresentata, tout court.

Pare sia stata questa paura dei ritorni a spingere lo scrittore ebreo, anch’egli Segre, Dino di nome, ad adottare lo pseudonimo di Pitigrilli. Certo, importante è ricordare che non trascurare di farlo. E comprensibilmente lo stato di Israele, fece sì che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite designasse, con la Risoluzione 60/7 del novembre 2005, l’International Holocaust Remembrance Day, il 27 gennaio. In quel giorno e in quel mese del 1945, l’Armata Rossa liberava i campi di concentramento Auschwitz-Birkenau.

Certo, rimane delicata, nella delicatissima e sacrale atmosfera della Memoria, la questione del rapporto tra popolo e stato, tra un gruppo etnico che si intendeva trucidare interamente e barbaramente e la politica internazionale dello stato di riferimento. Ma il giorno della memoria dell’olocausto rimane in ogni caso un valore assoluto, una sorta di metastoria contro la malvagità umana. Anche perché, come recita il titolo del libro della Senatrice, con Enrico Mentana, “La memoria rende liberi”.

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