
Le idee e l’intelligenza delle macchine
Le “idee” sono un costrutto artificiale inventato dai filosofi greci che hanno plasmato il nostro modo di organizzare il pensiero, ma…? Riprendo qui alcune interessanti considerazioni fatte recentemente da Nello Cristianini, autore del saggio La scorciatoia (Bologna, Il Mulino, 2023) per spiegare come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo umano.
In questo saggio si afferma che “l’intelligenza ha intrinsecamente molte dimensioni e agenti diversi possono essere incomparabili, a meno che non si pensi di poter comparare l’intelligenza di un corvo con quella di un calamaro. Quindi, mentre mi aspetto che le macchine esibiscano «prestazioni sovrumane» in molti compiti molto presto, non trovo utile parlare di «intelligenza universale» in generale, e nemmeno di un solo tipo generale di intelligenza «sovrumana».“ Perché sbagliamo se crediamo che l’intelligenza sia dimostrare un nuovo teorema. L’intelligenza, come capacità di trovare un comportamento utile alla sopravvivenza di fronte a un nuovo evento, non è solo propria della specie Sapiens.
Insegnare valori e norme alle macchine
Ancora una volta il digitale si dimostra strettamente connesso con la biologia, e non solo con la “nostra” biologia. Questo ci dicono le nuove frontiere delle scienze cognitive. “Grandi quantità di dati e modelli non-teorici del mondo possono generare comportamenti utili, anche se non ci possono insegnare niente del fenomeno stesso che riproducono. […] Faremmo bene a tenere questo in mente, mentre consideriamo se c’è un modo di insegnare i nostri valori e le nostre norme a queste macchine: potrebbe essere come cercare di spiegarli a una lumaca o un astuto piccione.” Ma anche loro, a modo loro sono intelligenti.
E questi sassi sono frutto di una tecnica “intelligente” oppure sono semplicemente oggetti casuali?
Dello stesso autore: NetAnimal/ Parlare e pensare per immagini