Attraversamento, Natale

Angelo Scandurra ripreso di profilo, mezzo busto, capelli folti e ricci. Sullo sfondo i capitelli di un edificio barocco
Foto di Giuseppe Leone, ritratto di Angelo Scandurra

Non sporgerti troppo gridava, con voce di vento. Lei che aveva partorito penzolante da un albero. Le era toccata la stessa sorte di Giuda, anche se non era stata a tavola nell’ultima cena e non aveva assistito al rito del pane e del vino. Eppure la sua carne si era fatta prodigio di peccato. Perché peccatrice l’avevano additata per aver messo alla luce un essere di cui si sconosceva il padre.

Ripeteva che era stata ingravidata dallo Spirito Santo in un momento in cui si era concessa alle lusinghe del mare. Ma nessuno le dava adito, l’abbandono era durato lo scroscio di una pioggia. E cercava, oltre la lungimiranza, la ragione degli istinti e si toccava il corpo quasi a graffiarne le congetture.

Pensava allora a Maddalena, vilipesa anche nelle membra. Il filamento intanto segnava il tramonto e le nubi, angeli boccheggianti, si raggrumavano per fronteggiare il palpito dell’ignoto.

Sentì una pacca sulla nuca e lo sguardo si evolse verso il tracciato che l’incunearsi della luce lasciava tramortire su mani alzate a guisa di resa o di rivolta.