Studi Evoliani 2021, ne parliamo con Vitaldo Conte

Studi Evoliani 2021, ne parliamo con Vitaldo Conte

Julius Evola, pubblicato l’annuario dal titolo “Studi Evoliani 2021”

È uscito Studi Evoliani 2021 (Edizioni Ritter, 2022), annuario della Fondazione Julius Evola, a cura di Gianfranco de Turris, Andrea Scarabelli, Giovanni Sessa. Vitaldo Conte, che su Julius Evola ha scritto frequentemente e ha realizzato diverse iniziative, è presente in questo libro con un suo contributo intitolato Cavalcare la tigre con Evola: pensiero, creazione, eros come creazione. In esso il saggista riprende alcune tematiche già pubblicate su Fyinpaper.

Tu sei stato il curatore di una mostra sull’arte di Julius Evola a Reggio Calabra, pochi anni fa. Come si è svolta?

“Julius Evola: Arte come Alchimia, mistica, biografia è il titolo dell’esposizione che ho curato sul lavoro artistico e la documentazione di Julius Evola a Reggio Calabria (Castello Aragonese) nel 2005-06. La mostra e l’annesso convegno Attraversando Julius Evola (segreto e attuale) (Palazzo della Provincia), hanno costituito per me, in quel momento, un’attendibile cartina di tornasole sulla “situazione” di questo autore. I suoi accostamenti di pensiero “controcorrente” hanno contribuito, infatti, a problematizzare l’iniziativa, attraverso un certo ostracismo da parte della stampa e una sotterranea volontà di occultamento “a tutto campo”. Mentre riscuoteva un notevole successo di pubblico”.

L’Arte Ultima

Perché nel tuo testo trasferisci il concetto di ‘Cavalcare la tigre’, titolo del famoso libro di Evola (1961), alla sua arte come possibile Arte Ultima?

“Trovo, a proposito, una possibile testimonianza di Arte Ultima, da parte di Evola, quando scrive: «Del resto da una considerazione oggettiva dei processi in corso, si ha il senso netto che l’arte non abbia più un avvenire, che essa si trovi respinta in una posizione sempre più marginale rispetto all’esistenza, il suo valore riducendosi proprio a quello di un genere voluttuario». Questo stato dell’arte che Evola denuncia in quel tempo, oggi, dopo decenni di sua ghettizzazione, ricerca le sue opere di pensiero-arte, magari da lui disperse. La ricerca proprio come oggetti voluttuari di mercato, enfatizzandone il lavoro attraverso paragoni con maestri dell’astrazione mistica. Ciò può favorire anche l’affiorare di opere dubbie, in quanto Evola ha una produzione artistica limitata. Il suo Cavalcare la tigre nell’arte è oggi, forse ancora di più, una possibile indicazione di Arte Ultima”.

Julius Evola, la fine dei linguaggi delle avanguardie storiche

Evola ricercherebbe nel suo percorso artistico un pensiero di ricerca di Avanguardia Ultima?

“Evola attraversa, in maniera molto personale, il Futurismo e il Dada. Indica, arrivando agli anni Sessanta con le loro tensioni (ideologiche, artistiche), l’esaurimento dei linguaggi delle avanguardie storiche. Ne denuncia l’assoluta improbabilità di una rinnovabile presenza. Scrive: «In realtà, i movimenti a cui mi interessai ebbero un valore non tanto in quanto arte, ma appunto come segno e manifestazione di uno stato d’animo del genere, quindi per la loro dimensione meta-artistica e perfino antiartistica». Evola nei suoi attraversamenti artistici e letterari rimane un pensatore che “trascende” la propria espressione di immagini-parole. Precede e anticipa il suo successivo percorso specificatamente filosofico”.

Ritieni forse che la sua produzione pittorica possa apparire talvolta non perfettamente in linea col suo pensiero?      

“Trovo talvolta, in alcune opere di Evola riconosciute come autentiche dagli esperti, frammenti visivi che sembrerebbero non appartenere alla progettualità del suo lavoro di pensatore. Probabilmente Evola, come suo estremo gesto d’arte, realizza talvolta spiazzamenti visivi. il suo lavoro espressivo dovrebbe essere “riletto” opportunamente anche con nuove letture.

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