“One enlightened thought and one is a Buddha,
one foolish thought and one is again an ordinary person.
That is what we have to practise with” (Huìnéng)
Milarepa and the demons
One night after gathering firewood, Milarepa, a most beloved saint of Tibet, came home to his cave high up in the Himalayas to find it filled with demons.
They had been cooking and eating his food, reading his holy texts, even sleeping in his bed. He immediately saw that they were nothing more than his own mind projections, yet he still wanted to be rid of them, so he tried to subdue them.
They simply laughed at his futile attempt. He continued to try everything in his power to get rid of them, but none of his efforts worked. He then decided to send the demons compassion and love, and though many did leave after this, a handful of the most tenacious ones remained.
When he finally came to see that he really didn’t know what to do to clear these last few demons, he let go and sat himself down on the floor, spontaneously inviting them to stay with him as long as they wanted to.
At this moment, every demon except the meanest and most ferocious one left.
Milarepa then deepened and surrendered himself even further, and placing his head into the last demon’s mouth said, “So, eat me if you want to”.
The demon vanished never to be seen again.
Most of our unhappiness springs from our thoughts which are the real demons, because they are the cause of suffering, chaos, separation, and conflict in so many areas of our lives.
In the face of strong thoughts, which then give raise to emotions, a form of energized thought, it is easier to see what we are distressed about than the actual source of our distress. We flow into the contents of awareness instead of seeing the source of those appearances, which is awareness itself.
Interior conflict, the present moment
The first step, when we find ourselves gripped by difficult thoughts, is to pay attention to them. In order to release them, we first need to clearly see what is going on right now by paying close attention to what is actually here, including our “I don’t want to feel this” or “I should not be feeling this”.
Remember those old movies where the bad guy falls into a pool of quicksand, and the more he struggles,
the faster it sucks him under? In quicksand, struggling is the worst thing you can possibly do. The way to survive is to lie back, spread out your arms, and float on the surface. It’s tricky, because every instinct tells you to struggle; but if you do so, you’ll drown.
When we observe difficult thoughts and emotions with openness and receptiveness, even the most painful ones can seem less threatening or unbearable. So while maintaining a relaxed but alert watchfulness, let the thoughts and emotions arise and watch them carefully without losing yourself in them and without trying to change them, escape them or numb yourself to them.
Interior conflict, the observing self
The second step in dealing with difficult experiences is to look beneath them. Allow, be curious, be open and notice the space in which all thoughts and emotions rise and fall. Who watches their coming and going?
If you look carefully, you will notice that underneath them is an aware and alert awareness that doesn’t change, that’s always there, regardless of what happens on the surface.
When the thoughts appear and disappear, they are appearing and disappearing in the naturally present, aware intelligence that contains and knows both the movement of thoughts and the stillness of no thoughts. You, as the awareness, are fully present as the one observing and knowing the coming and going of all thoughts and emotions. They appear in and on you.
Interior conflict, become the sky
The sky does not care if there are clouds. The clouds may be light and small, or they may be dark and heavy with rain, but it does not affect the sky.
You are the awareness giving rise and containing all things, including the thoughts and emotions you consider “bad” and the thoughts and emotions you aspire to have that you consider “good”. None of them are you. They are fleeting shadows that never actually touch the real You.
Once we see this, our distress begins to unravel by itself, becoming lighter and more transparent. Then the focus of awareness will naturally expand to include the outer environment. We will once again start noticing the sunlight streaming through the windows, the song of the birds in the trees, and the remains of our distress will dissolve on its own without us trying to get rid of it.
Enza Vita is the publisher and editor of InnerSelf newspaper, the author of the book “InstantPresence/ Allow Natural Meditation to Happen” and the founder and director of the MahaShanti Foundation, a non-profit organization dedicated to spiritual awakening. Enza has distilled over 40 years of spiritual exploration into a modern, practical and authentic spirituality that engages with the universal teaching underlying all true religions.
WEB: www.enzavita.com and https://www.mahashanti.org/
FB: https://www.facebook.com/EnzaVitaTeachings and
https://www.facebook.com/instantpresencesatsang
La seduzione dei Pensieri
“Un pensiero illuminato, e uno è un Buddha,
un pensiero sciocco, e uno è di nuovo una persona comune.
Questo è ciò che dobbiamo praticare”. (Huìnéng)
Milarepa e i demoni
Dopo una notte passata davanti al fuoco, Milarepa, il santo più amato del Tibet, se ne tornò nella sua grotta sulla sommità dell’Himalaya e la trovò piena di demoni.
Stavano cucinando e mangiando il suo cibo, leggendo i suoi testi sacri e addirittura dormendo nel suo letto. Egli vide immediatamente che non erano altro che le sue proiezioni mentali, ma, nonostante ciò, volle sbarazzarsi di loro, e cosi tentò di soggiogarli.
I demoni semplicemente sorrisero al suo vano tentativo. Tuttavia egli fece di tutto per cacciarli ma i suoi sforzi risultarono inutili. Decise così di dare loro amore e compassione e anche se molti decisero di partire alcuni, i più ostinati, rimasero.
Alla fine, si rese conto di non sapere come fare per sbarazzarsi di quei demoni, così si lasciò andare. Si sedette per terra e li invitò a rimanere per tutto il tempo che desiderassero. Proprio in quel momento quasi tutti i demoni, tranne i più feroci, se ne andarono.
Milarepa allora si tuffò in se stesso e decise di arrendersi collocando la sua testa nella bocca dell’ultimo demone, dicendogli: “Mangiami se è quello che vuoi”. Il demone svanì per non farsi vedere mai più.
La maggior parte della nostra infelicità scaturisce dai nostri pensieri i quali sono i veri demoni perché sono la causa di sofferenze, caos, rotture e conflitti in molti ambiti della nostra vita.
A fronte di pensieri forti come quelli che aumentano la nostra emozione facendo nascere quelli ancora forti è facile vedere la nostra angustia piuttosto che la causa. Noi seguiamo il flusso della consapevolezza invece di capire la fonte di quelle apparizioni, che sono a loro volta consapevolezza.
Conflitto interiore, il momento attuale
Il primo passo da fare quando ci troviamo oppressi da brutti pensieri è metterci la giusta attenzione. Per comprenderli dobbiamo prima di tutto capire chiaramente cosa sta succedendo proprio in questo preciso istante e di che cosa veramente si tratti, includendo osservazioni tipo “Non voglio sentire questo” o “Non dovrei sentirmi così”.
Ricordi quei vecchi film dove il cattivo di turno cade dentro le sabbie mobili e più lui si dibatte per liberarsi più velocemente sprofonda? Nelle sabbie mobili dibattersi è il peggiore dei mali che puoi fare. L’unica maniera per sopravvivere è distendersi all’indietro, allargare le braccia e tentare di galleggiare. Il tuo istinto ti direbbe di lottare ma così corri il rischio di soffocare.
Quando affrontiamo pensieri duri ed emozioni in modo aperto e ricettivo, allora anche quelle più dolorose possono sembrare meno minacciose e più sopportabili. Così una vigilanza più rilassata ma sempre presente permette ai pensieri e alle emozioni di sollevarsi e guardare attentamente ad esse senza la necessità di cambiarle o di evitarle.
Conflitto interiore, l’auto-osservazione
In presenza di esperienze difficili, il passo successivo è guardarle nel profondo. Concediti una certa curiosità, sii aperto e osserva lo spazio in cui tutti i pensieri e le emozioni appaiono e scompaiono. Chi nota il loro arrivo e la loro partenza?
Se tu guardi con attenzione in profondità, ti renderai conto di avere una consapevolezza che non cambia, è sempre là, incurante di quel che succede in superficie.
Quando i pensieri appaiono e scompaiono, il loro apparire e scomparire avviene naturalmente nel presente. Capisci i contenuti e i saperi sia dei loro movimenti che delle immobilità, dei non pensieri. Tu, con la consapevolezza, sei totalmente presente come osservatore per capire il va e vieni dei pensieri e delle emozioni. Essi appaiono in te e su di te.
Conflitto interiore, diventa il cielo
Al cielo non importa se ci sono le nuvole, che possono essere chiare e piccole, oppure scure e pesanti con pioggia ma non hanno effetto sul cielo.
Tu sei la consapevolezza che dà il sorgere e contiene tutte le cose, inclusi i pensieri e le emozioni che tu consideri “cattive” e i pensieri e le emozioni che speri di considerare “buone”. Nessuno di questi sei tu. Non sono altro che ombre passeggere e non avranno mai la possibilità di toccarti.
Una volta che ci siamo resi conto di questo, il nostro disagio comincia a risolversi da solo diventando più leggero e più trasparente.
Poi il focus della consapevolezza naturalmente si espanderà per includere un più ampio contesto.
Cominceremo ancora una volta a notare la luce del sole attraverso le finestre, il cantare degli uccelli sugli alberi e ciò che resta dei nostri disagi si dissolverà da solo senza necessità che noi interveniamo.
Leggi anche: Innerself/What is Awareness? – Verso la consapevolezza