Il Buco, la recensione stratificata

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il buco

Al termine di questo film non credo si possa parlare di una morale netta e immediatamente riconoscibile.

Ci troviamo di fronte, piuttosto, ad una allegoria cruda e senza giri di parole.

La sfida è, in effetti, dar ad ogni pezzo del puzzle una propria definizione. Il cibo, ad esempio. Nutrimento personalizzato che viene concesso ad ognuno ma derubato ed inquinato dagli altri. Cibo (materiale o intellettuale che sia) che nasce puro, perfetto e che solo l’irresponsabilità degli uomini corrompe.

I livelli in cui sono imprigionati, alcuni volontariamente, i personaggi del racconto. Livelli che rimandano alla stratificazione della società, ai gironi infernali ma con l’accezione dell’intercambiabilità.

La figura dell’idealista (ispirato da don Quixote), la madre, il vecchio egoista, il guerriero, la burocrate in buona fede, il saggio, la bambina che ricordano un po’ the cube ( altro film culto). Sembrano tutti messi lì per sperimentarne l’alchimia.

La crudezza di questa produzione spagnola ci lascia con l’amaro in bocca ma anche un sottile filo di speranza. La speranza che l’innocenza e la fiducia nel futuro possano inceppare un meccanismo che nessuno conosce davvero fino in fondo.

 

vedi anche:

https://www.imdb.com/title/tt11012320/