Franco Battiato, La Voce del Padrone 40 anni dopo

l'immagine a colori mostra la copertina dell'album
cover dell'album di Franco Battiato "La Voce del Padrone"

“La Voce del Padrone”, mitico album di Franco Battiato, festeggia quaranta candeline. Correva l’anno 1981, infatti, quando il disco, perfetto per parole e musica, entrò prepotentemente con le sue tracce nel nostro immaginario collettivo. Chi non ricorda pietre miliari della musica italiana come “Summer on a solitary beach”? Memorabili anche “Cuccuruccucù”, “Bandiera Bianca”, “Gli uccelli” e “Centro di gravità permanente”. Pubblicato dalla EMI, superò il traguardo di un milione di copie vendute in Italia. Album pop, con riferimenti al punk rock e alla new wave italiana, mixa in modo orchestrale vibrafono, organo Hammond, archi, sintetizzatore e sequencer. Tutti cantavamo “sul ponte sventola bandiera bianca”, ignorando il riferimento alla poesia “Ode a Venezia” di Arnaldo Fusinato. Numerose le citazioni anche in Cuccuruccucù (Tomás Mendez, Nicola Di Bari, Mina, Milva, Gianni Mascolo, Beatles, Rolling Stones, Chubby Checker e Bob Dylan).

Si era entrati negli eighties, quando la musica si ascoltava in vinile e in musicassette e nei bar c’erano ancora i juke box, un’Italia distante anni luce da quella di oggi. La musica in tv si vedeva attraverso trasmissioni cult come Discoring, DeeJay Television e Superclassifica Show. Nei mesi estivi regnava il Festivalbar, ideato dal grande Vittorio Salvetti e Saint Vincent. I talent non esistevano e mai ci saremmo immaginati trasmissioni come X Factor, The Voice e Amici di Maria De Filippi, anche perché, forse, la discografia, non ne aveva bisogno.

“La Voce del Padrone” segue l’uscita di tre album sperimentali di Battiato, Fetus, Pollution e Sulle corde di Aries, manifesti di avanguardia elettronica a 360°. “Ma nei dischi successivi la sperimentazione si fa troppo concettuale e l’artista si rende conto che il suo messaggio si va disperdendo” (fonte: il blog Vinilicamente). Fondamentale l’incontro con il maestro Giusto Pio, dal quale Battiato prende lezioni di violino. Il punto di svolta è costituito da due album, “L’era del cinghiale bianco” del 1979 e “Patriots” del 1980. Altro successo è “Per Elisa”, scritta da Battiato per Alice. Con questo brano, alquanto poco sanremese, la giovane cantante vince il Festival di Sanremo 1981. Altro capolavoro, al quale ha contribuito il duo Battiato – Pio, l’album “Energie” di Giuni Russo, uscito nell’ottobre del 1981, subito dopo “La Voce del Padrone”.

Registrato negli studi di Alberto Radius, che ha collaborato alla realizzazione dell’album, Battiato si circonda di musicisti da urlo: al basso c’è Paolo Donnarumma, alla batteria Alfredo Golino, alle tastiere Filippo Destrieri, al sax Claudio Pascoli, al vibrafono Donato Scolese e in consolle un tecnico del suono del calibro di Enzo Titti Denna. Il coro che sentiamo è quello dei Madrigalisti di Milano.

“La Voce del Padrone” esploderà l’estate successiva, quella del 1982. Quella magica estate italiana di un Paese che, uscito dagli anni di piombo, si godrà la vittoria dei Mondiali di Calcio inaugurando l’epoca del disimpegno, del riflusso e del ritorno al privato, persino intimo e personale. Battiato dopo gli anni della sperimentazione è alla ricerca di un successo che desidera ardentemente (anche se avrà sempre un rapporto ambivalente con esso), ma lo fa alla sua maniera: con un pop colto ma al tempo stesso ballabile che arriva alle grandi masse.

Il significato del titolo

In quel periodo Battiato studia e segue le teorie del filosofo Georges Ivanovic Gurdjieff, secondo il quale “l’uomo è composto da quattro elementi: il primo è la carrozza (il corpo), il secondo è il cavallo (le emozioni), il terzo è il cocchiere (la mente razionale) e il quarto è il padrone (la coscienza, l’anima, l’io superiore) – (fonte: Fabio Zuffanti, “Segnali di vita”, Baldini+Castoldi, pagg. 138 – 139). L’anima è il padrone, non la razionalità, che, purtroppo, quando tenta di eseguire gli ordini dell’io superiore, spesso è disturbata dalla carrozza in movimento, ovvero la nostra fisicità.

Summer on a solitary beach

Passammo l’estate in una spiaggia solitaria

E ci arrivava l’eco di un cinema all’aperto.

Il tempo sospeso dell’estate. Un luogo mitico che invita al relax totale. In una spiaggia poco frequentata, anni luce dalle spiagge per vip, dove, a farla da padrone, è la natura. Siamo tra gli anni ’60 e ’70 e, come pare, vicino alla spiaggia arrivano frasi da un vicino cinema all’aperto, simile a quello indimenticabile che Giuseppe Tornatore ha descritto nel capolavoro “Nuovo cinema paradiso” (si tratta dello storico cinema di Riposto, paese natale di Battiato). Se il caldo tropicale della sabbia è quello tipico della Sicilia, simil africano (che Battiato cita anche in “Mal d’Africa”) il “grido che copriva le distanze”, di tanto in tanto, poteva essere quello di un venditore ambulante, magari di gelati e granite. Il ritornello “mare/mare/mare/voglio annegare/portami lontano a naufragare/via via via da queste sponde/portami lontano sulle onde/ potrebbe significare sia un sentimento di abbandono e di fuga sia un collegamento con una tipica canzone estiva. Nella seconda strofa entra in scena il mitico hotel Sea-Gull Magique, l’hotel “Gabbiano Magico” di fronte al mare e alla spiaggia poco affollata. “Mentre lontano un minatore bruno tornava” non è solo la citazione della canzone degli anni ’30 “Miniera”. Infatti, a quell’epoca, in Sicilia c’erano molte miniere di salgemma e spesso si potevano scorgere vicino alle spiagge i minatori che tornavano dal lavoro. Ma la spiaggia, come ha spiegato lo stesso Battiato, è sopratutto un luogo metafisico.

Bandiera Bianca

Mister Tamburino

Non ho voglia di scherzare

Rimettiamoci la maglia

I tempi stanno per cambiare

Mister Tamburino è Bob Dylan, «i tempi stanno per cambiare» è una citazione del brano “the times they are a changing”, rimettiamoci la maglia forse significa proteggersi per adeguarsi ai tempi nuovi, quelli del consumismo sfrenato e del rampantismo anni Ottanta.

Siamo figli delle stelle pronipoti di sua maestà il denaro

Il bersaglio è l’omonima canzone commerciale di Alan Sorrenti, motivetto facile facile acchiappa soldi.

Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare

Quei programmi demenziali con tribune elettorali

Nota per i più giovani che ci leggono: negli anni Ottanta, ai tempi della Prima Repubblica e del pentapartito, in tv c’erano le tribune elettorali, con politici che, secondo Battiato, dicono cose demenziali. Per quell’epoca, si trattò di una forte provocazione.

E avete voglia di mettervi profumi e deodoranti

Siete come sabbie mobili tirate giù

Qui l’autore attacca il consumismo, la pubblicità, i pubblicitari e l’ossessione per l’apparire, cose tipiche di quegli anni esagerati.

C’è chi si mette degli occhiali da sole

Per avere più carisma e sintomatico mistero

Strofa autoironica che si riferisce al suo look degli esordi, quando, ad ogni esibizione, indossava sempre occhiali scuri. A quell’epoca andavano di moda gli occhiali a specchio.

uh com’è difficile restare padre quando i figli crescono e le mamme imbiancano

Battiato prende in giro la canzone sanremese “Son tutte belle le mamme del mondo”, da lui considerata banale, scontata e di bassissimo livello. Ma cita anche una situazione alla quale ha assistito nell’abitazione di Giusto Pio, la cui moglie aveva i capelli bianchi.

Quante squallide figure che attraversano il Paese,

com’è misera la vita negli abusi di potere

Anticipazione dei contenuti del suo celebre brano “Povera Patria”, che mette in luce gli italici abusi di potere.

Sul ponte sventola bandiera bianca

Qui entra in gioco la poesia “Ode a Venezia” di Arnaldo Fusinato sul Risorgimento e la insurrezione di Venezia del 1848. Se ne evince una resa incondizionata alle brutture di quel tempo. Probabile anche un riferimento ironico ad altre bandiere: la bandiera gialla di Gianni Pettenati e la “bandiera rossa” dell’impegno anni settanta.

A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata

 a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie

Tre miti che vengono ridicolizzati.

uh! com’è difficile restare calmi e indifferenti

mentre tutti intorno fanno rumore

Allusione alla disco music degli anni ottanta.

In quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore

In questa strofa il bersaglio di Battiato sono i film di Dario Argento, molto di moda negli eighties.

Ho sentito degli spari in una via del centro

Quante stupide galline che si azzuffano per niente

Citazione storica: il riferimento è alle manifestazioni studentesche del ’77 in cui sono protagoniste le P38.

Minima immoralia

Si cita l’opera “Minima Moralia” del filosofo Theodor Adorno; l’aggettivo “immoralia” si riferisce ai rampanti anni ’80, al consumismo sfrenato e al disimpegno.

E sommersi soprattutto da immondizie musicali

Ritorna la critica negativa nei confronti della musica commerciale.

The end

My only friend

This is the end

Citazione del brano “The end” dei Doors di Jim Morrison che teorizza la fine di tutto. Per questo bisogna arrendersi e issare bandiera bianca.

Gli uccelli

Un’ode agli uccelli, con sotteso uno sguardo cosmico alla realtà.

Basta pensare alle citazioni che si riferiscono al sistema solare.

Cuccuruccucù

Cuccuruccucù Paloma

Ahi ahiahiahiahi cantava

Paloma è una triste canzone messicana popolarissima. Riproposta da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni nella celebre trasmissione “Alto gradimento”, in cui imperversava il kazzeggio radiofonico, Battiato inizia questo storico pezzo con un tocco di esotismo.

Le serenate all’istituto magistrale

nell’ ora di ginnastica o di religione

per carnevale suonavo sopra i carri in maschera

Avevo già la Luna e Urano nel Leone

Nota autobiografica: il Maestro ricorda gli anni del Liceo Scientifico a Catania, quando, nelle ore di ginnastica o di religione, si faceva la corte alle ragazze dell’istituto magistrale (le serenate). Il Carnevale in città, a cui lui partecipò una volta, rappresentava un momento di follia e sano divertimento. Riferimento astrologico: avere Urano nel Leone significa essere autoreferenziali e, al tempo stesso, creativi. Segue una serie di citazioni:

“Il mare nel cassetto”, “Le mille bolle blu”, “Da quando sei andata via non esisto più”, “Il mondo è grigio il mondo è blu”.

“Il mare nel cassetto” (Milva, Sanremo 1961); “Le mille bolle blu” (Mina, 1961); “Da quando sei andata via” (una canzone inedita registrata in SIAE da Battiato, ironica auto-citazione sconosciuta a chiunque, e peraltro il verso “non esisto più” non era nella canzone); “Il mondo è grigio il mondo è blu” (il successo internazionale di Eric Charden del 1968, proposto in italiano con successo lo stesso anno da Nicola Di Bari).

L’ira funesta dei profughi afghani

che dal confine si spostarono nell’Iran

cantami o diva dei pellerossa americani

le gesta erotiche di squaw “pelle di luna”

Battiato ha compreso bene gli aspetti negativi degli anni ’80, citando le guerre in Afganistan, più che mai attuali, mentre “cantami o diva” non si riferisce a Omero ma ai buoni pellerossa nativi americani e alle gesta erotiche di una squaw chiamata “pelle di luna”. In questa strofa dissacra Omero e la mitologia Western.

Le penne stilografiche con l’inchiostro blu

la barba col rasoio elettrico non la faccio più

“Il mondo è grigio il mondo è blu”.

Per distinguersi dalla massa ci si firma con la stilografica, mentre il rasoio elettrico negli Ottanta diventa l’oggetto cult per le masse.

Lady Madonna
I can try
With a little help from my friend
Oh oh goodbye Ruby Tuesday

Come on baby let’s twist again
Once upon a time
you dressed so fine, Mary
Like just a woman,
like a Rolling Stone

Si torna ai titoli di canzoni memorabili dei Beatles, dei Rolling Stone, di Chubby Checker e di Bob Dylan.

Segnali di vita

Sguardo al cosmico, ma anche alla psicologia gurdjieffiana: dobbiamo essere liberi dai pensieri associativi (“è colpa dei pensieri associativi”), per essere qui e ora.

Centro di gravità permanente

Durante un’intervista rilasciata a Mario Luzzato Fegiz, Battiato, diventato ormai un personaggio, alla domanda sul significato di questa canzone, rispose: “Una mia amica cercava un centro dove farsi la permanente e da lì è nata questa canzone”. Tutto falso, naturalmente. Per Battiato il centro di gravità permanente è un specie di Nirvana da lui cercato costantemente.

Una vecchia bretone

Con un cappello e un ombrello di carta di riso e canna di bambù.

Capitani coraggiosi

Furbi contrabbandieri macedoni

Echi antropologici e letterari a carattere multiculturale, come “I capitani coraggiosi” di Rudyard Kipling  e L’amante dell’orsa maggiore di Sergiusz Piaseki. Gli accessori della vecchia bretone erano stati utilizzati dall’artista durante uno spettacolo teatrale.

Gesuiti euclidei

Vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori

Della dinastia dei Ming

Si tratta dei gesuiti che, nel 1500, annunciavano il Vangelo in Cina. Sono detti “euclidei” perché erano portatori del razionalismo occidentale. È il caso del missionario Matteo Ricci, matematico, che introdusse in quel Paese elementi di geometria euclidea.

Cerco un centro di gravità permanente

Che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente

Avrei bisogno di….

Esprime la ricerca di uno stato simile al Nirvana, ovvero la necessità interiore di sentirsi parte dell’energia cosmica. Negazione della forza di gravità, si ricerca il bene, in quanto “il male non è coerente con il modello dell’universo”.

Per le strade di Pechino erano giorni di maggio

tra noi si scherzava a raccogliere ortiche

Si riferisce alla Cina? Oppure agli studenti che, in un’epoca di scarsità, raccoglievano ortiche di cui cibarsi? O, ancora, alla sua infanzia in Sicilia quando con altri bambini si divertiva a raccogliere quest’erba?

Non sopporto i cori russi

La musica finto rock la new wave italiana e il free jazz punk inglese

Neanche la nera africana

Qui si elencano i generi musicali odiati da Battiato: i cori dell’Armata Rossa che, negli anni ottanta, proponevano canzoni socialiste, la new wave italiana allora di gran moda (spopolava tra i giovani nelle discoteche) e altre tipologie che lui detesta.

Il singolo si chiude con una serie di citazioni non sense di canzoni inglesi, reali e no.

Sentimiento Nuevo

L’ultima traccia dell’album si chiude con un’ode all’estasi sessuale e all’amore carnale, con riferimenti sia ai testi classici che alle filosofie orientali. Per “il senso del possesso che fu pre – alessandrino” si cita il poema francese Roman d’Alexandre di Alexandre De Bernay sulle gesta di Alessandro Magno. In Sentimiento Nuevo Battiato si riallaccia alla cultura greca, libera e sensuale; siamo all’esaltazione dell’eros prima della cultura sociale ed estetizzante, all’atto sessuale tra piacere, sudore e meraviglia (le tue strane inibizioni/che scatenano il piacere”).