Everything Everywhere All at Once, la multi-recensione

Everything Everywhere All at Once, la multi-recensione

Che disorientamento potrebbe provare una immigrata cinese negli Stati Uniti alle prese con la pressante burocrazia fiscale, l’adolescenza irrequieta ed esplorativa della figlia, un inizio di crisi coniugale, i propri sogni infranti e la persistente sensazione di aver fallito agli occhi dell’anziano padre? Forse la stessa di confrontarsi con un multiverso in pericolo di disfacimento di fronte allo scontro con il tutto ed il nulla allo stesso tempo. 

Andata e ritorno

In questa pellicola degli stessi registi di Swiss Army Man – Un amico multiuso, Daniel Kwan e Daniel Scheinert, non ci si poteva aspettare che questo. Un meraviglioso delirio che parte dalle fatiche quotidiane arriva ai confini dell’impossibile e poi riesce a tornare alla dimensione terrena portandosi dietro un piccolo grande senso di consapevolezza.

Arti marziali

In un turbinio di mosse di kung fu, possibili vite mai vissute, elaborati espedienti tecnologico-psicologici da far perdere l’orientamento, ecco la poesia. Tutto riacquisisce un senso quando oramai si dispera di non trovarlo più. Anche la lotta corpo a corpo, che è la cifra artistica dell’attrice protagonista (Michelle Yeoh), trova un suo senso nel mosaico di possibilità della vita di Evelyn Quan Wang (nome del personaggio protagonista). Scontrini da giustificare, minaccia globale e vite parallele non stonano grazie anche al registro ironico e demenziale da cui però emerge il legame tra i componenti di una stravagante famiglia. 

Rimandi multipli

Come degli esperti sommelier potremmo intravedere in questa pellicola sentori di Terry Gilliam, di Rick e Morty, di Kung fusion, di “Ai confini della realtà”, di Pixar, di cinema Indie, di “Guida galattica per autostoppisti” e altro ancora. Molte le candidature agli Oscar ed i premi già ricevuti: Ke Huy Quan Miglior attore non protagonista, Daniel Kwan e Daniel Scheinert Miglior regia, Shirley Kurata Miglior scenografia e i Migliori costumi, Paul Rogers Miglior montaggio e Migliori effetti speciali. Tutto questo non lascia dubbi che valga la pena vederlo.

 

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