Emilio Isgrò, una cittadinanza onoraria su un tir “che va e va e va”

Emilio Isgrò, una cittadinanza onoraria su un tir “che va e va e va”

Emilio Isgrò è nato a Barcellona Pozzo di Gotto (1937). Ma in quell’area del messinese c’è un paesino che gli sta a cuore non meno, San Pier Niceto. Nel luglio scorso, nella Sala Consiliare, il sindaco Domenico Nastasi e l’assessore alla cultura Giuseppe Ruggeri hanno conferito al maestro la cittadinanza onoraria. Molto gradita. Lì sono nati suo padre e i suoi avi. In aggiunta, alla cerimonia ufficiale così ha commentato Isgrò: “Sono molto orgoglioso di ricevere questa cittadinanza onoraria perché è un luogo della mia memoria e di quella della mia famiglia e perché il legame con la Sicilia è per me indissolubile e fonte di continua ispirazione”.

Il Maestro dalla Cancellatura

È stata inoltre organizzata, presso la chiesa di San Francesco di Paola, una tavola rotonda sulle sue famose Cancellature e in generale sulla sua arte e la sua produzione letteraria, compreso l’ultima raccolta di poesie (“Sì alla notte” Guanda edizioni; rimandiamo al saggio di Gino Di Maggio pubblicato nella nostra testata il 18 aprile scorso col titolo “Emilio Isgrò, Sì alla notte, un congedo che non si cancella”).

I contributi sono venuti da Valentina Certo, Gino Di Maggio, Antonella Nuccio, Nino Sottile Zumbo e Vincenzo Bonaventura (moderatore).

 Una maxi Cancellatura

Ma Isgrò ha riservato una memorabile originalissima sorpresa alla cittadinanza e verosimilmente al mondo. Nella piazza Luigi Certo, non particolarmente grande, un TIR in carne e ossa, come piovuto dall’alto. Con tutta la sua imponenza ha occupato gran parte dello spazio. Con un nome: “Il seme vagabondo”: esattamente il titolo di questa straordinaria cancellatura (c’è da pensare: la più grande mai fatta da Isgrò) che si sviluppa lungo tutto il lato sinistro del TIR. Un’enorme opera di cancellatura con, ben visibile, in posizione centrale, la scritta “Questo veicolo trasporta una formica/ This vehicle is carrying on an ant”; in piccolo: “Milano…San Pier Niceto”. Una grande plasticità per la sua grande ironia.

Si direbbe: dalla Volkswagen al TIR, una fusione tra il messaggio concettuale del 1964 (“Dio è un essere perfettissimo come una Volkswagen che va…e va …e va”) e la cancellatura che, anch’essa, adesso, va e va e va. Da San Pier Niceto verso destinazione ignota.