Per molti è stata l’America, lo sarà ancora?

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Tutti in Cina, tutti a guardare alla Cina, per anni, considerandola una sorta di banca mondiale, per grandi e piccini. E certo, come per ogni banca, si parla d’interessi, anche se adesso, data l’emergenza, sono in stand by. Che interessi? Semplice: solo espansionismo. Civile, garbato, tattico.

E con queste modalità è arrivato tanto supporto a varie economie locali, e si sono accesi accordi di finanza internazionale, e ciò con rispetto dello stato politico esistente. Insomma, un normale rapporto paritetico, si direbbe. Pariteticità, ma insidiosa. Per esempio, lo scambio, che ha avuto quasi l’allure d’un baratto, si è tradotto in un ingabbiamento dell’area ospitante senza che questa se ne sia accorta.

L’alternativa per evitare questo? Nessuna. Se un’area è in difficoltà, ecco che può arrivare l’aiuto, ed è fatta. Questa e quell’azienda, il piccolo imprenditore e il medio, i singoli portatori di progetti: tutti in Cina ad allacciare rapporti, altre volte delegazioni cinesi sono state mandate di qua e di là miratamente. Si è prodotta così una penetrazione sottile e indiretta, senza proclami o diplomazia di mezzo. Tutto questo con un bel prologo.

Nel corso di non pochi anni c’è stata una penetrazione cinese capillare nel mondo, ma modestissima come immagine. Questo tramite la proliferazione di negozietti di ogni tipo, peraltro in grande concorrenza con le attività autoctone. Il Covid-19 ha scombinato le cose, danneggiando l’umanità e tanti Paesi, a cominciare dalla Cina. Questa sarà ancora l’America? Si vedrà. Di sicuro, una serie di adattamenti riduttivi saranno inevitabili.