Chi si muove per la movida?

logo della rubrica Spazio Milano con l'immagine della facciata del Duomo e la scritta Spazio Milano in bianco e rosa

Molte città hanno fatto dei passi indietro.

Uno sguardo sulle grandi città europee

Il sindaco di Barcellona Ada Colau ha emanato obblighi stringenti per movida e b&b. Non sono assolutamente in vetta alle sue preferenze. Femke Halsem, primo cittadino di Amsterdam, si è spinta a regolamentare in modo severo le zone centrali. Anche a lei non piacciono flussi turistici di massa e una vita notturna incontrollata. Anne Hidalgo, sindaco di Parigi con la sua proposta della città a quindici minuti, ha in mente di evitare che intere parti della metropoli cadano in specializzazioni negative, tra queste movida, turismo di massa e degrado. A Berlino Michael Mueller, sindaco SPD, si è espresso per una trasformazione della vita notturna e ha organizzato mostre d’arte temporanee nelle discoteche come il Berghain.

La situazione a Milano

Il sindaco di Milano Beppe Sala tace, così i suoi possibili contendenti, ma ci sono le elezioni tra pochi mesi. Che non avessero passione per ogni tipo di movida i sindaci di Milano prima di Sala è noto. Se risaliamo agli anni Novanta il sindaco Marco Formentini era un fiero avversario della “Milano da bere” anni Ottanta dei detestati socialisti. Gabriele Albertini, sindaco per due mandati, titolare della Cesare Albertini Spa specializzata in pressofusioni in alluminio, era ed è un fiero industrialista. Nelle interviste come titoli di merito cita la costruzione di depuratori, di un paio di termovalorizzatori, del restauro della Scala e  dei parcheggi sotterranei. Letizia Moratti, venuta appena dopo, un solo mandato, era troppo aristocratica per prendere in considerazione la movida milanese. Ora che è diventata assessore alla Sanità della Regione Lombardia forse è ancora più convinta dei suoi propositi. Giuliano Pisapia, sindaco dal 2011 al 2016, probabilmente non se ne è mai nemmeno accorto. Gli anni d’oro della movida milanese, ovvero della specializzazione di intere parti di città in zone di intrattenimento con bar e ristoranti, è legata al ciclo fortunato dell’Expo, dei b&b e dei voli da poche decine di euro delle compagnie aeree low cost. Solitamente è un ciclo che dura tra i cinque e i dieci anni, poi le città passano di moda.

I primi cittadini di Barcellona Ada Colau e di Amsterdam Femke Halsema hanno esattamente in mente questo. Una soluzione temporanea che ha assicurato benessere nel passato non deve incatenare il futuro di una città. Può diventare costosa e persino danneggiarti. Forse è venuto il momento di pensare che la movida conviene poco a Milano.