Cento anni dopo in Ungheria …

Blu = Ungheria in 1910, Grigia = Ungheria dopo il trattato di Trianon 1920

Quel maledetto 4 giugno del 1920 a Trianon, pensa Victor Orban! La nazione ungherese fu privata di quasi due terzi del suo territorio perché aveva combattuto e perduto la prima guerra mondiale a fianco dell’Austria. E vent’anni dopo un’altra alleanza sbagliata con la Germania nazista per recuperare . Invece il Paese finisce per quarant’anni dietro la cortina di ferro sotto gli artigli di Mosca. Insomma questo XX secolo … un disastro.

Adesso circa un terzo degli ungheresi vive fuori dai patri confini e nessuno vuole dare conto di questa ingiustizia alla popolazione magiara. Anzi l’Unione Europea ha anche il coraggio di contestare quanto scritto nella Costituzione. Cioè che l’Ungheria è il Paese della nazione magiara, considerando l’affermazione discriminatoria per le minoranze. Ma si sa che i Paesi dell’Europa occidentale hanno considerato i popoli d’Oriente come razze di serie B e le loro terre come campi di battaglia. Alla fine delle guerre, poi, segnavano col gessetto sempre nuovi confini, come se gli abitanti fossero mandrie di pecore da spostare a seconda dei loro interessi e delle risorse naturali da spartirsi, ecc.

L’Ucraina e la Romania ospitano milioni di ungheresi ma i rapporti fra le varie etnie sono spesso aspri. A Bucarest un progetto di legge che prevedeva l’autonomia amministrativa per gli ungheresi di Transilvania è stato bocciato dal parlamento. Orban ostacola le procedure per l’adesione dell’Ucraina alla Nato e fa sventolare sul palazzo del Parlamento di Budapest, al posto della bandiera dell’Unione europea, la bandiera degli Szeklers, cioè gli ungheresi che vivono nei Paesi confinanti. Grazie a una legge da lui voluta nel 2010 un milione di ungheresi all’estero hanno ottenuto la cittadinanza ungherese, e le minoranze magiare fuori dai confini ricevono regolari finanziamenti da Budapest.

Nella sua pagina Facebook Orban ha postato la carta politica dell’Ungheria prima del 1920, creando grande imbarazzo nei Paesi confinanti. Nessuna rivendicazione territoriale, ma una esortazione di forte impatto emotivo a difendere l’identità magiara. L’Unione europea deve affrontare il problema delle minoranze.