Decamerone del mistero

Due intellettuali hanno curato un’insolita “Antologia di letteratura fantastica”. Così, Andrea Scarabelli, direttore della rivista “Antarès”, e Dalmazio Frau, studioso dei miti e artista, hanno arruolato una quindicina di autori di vario grado di affermazione ma tutti ben intonati: al tema, certamente, ma soprattutto nel senso di non essere stonati.

Tra gli scrittori di lungo corso, Michele Serio che pubblica La Favorita. Compositore (musica per canzoni e altro), uomo di teatro, ha pubblicato presso vari editori, tra cui Spirali (inizi anni ’90). Va ricordata almeno Gloria Barberi, da sempre interessata anche a scrivere di musica e teatro, pubblica L’età del Vento.

Qualche altro titolo: Tumpek Wayang di Mario Maculotti, La sua Mano di Luigi De Pascalis, Rossa Rossa in Sguardo di Desiderio di Vitaldo Conte. Un gruppo di autori accomunati anche dal richiamo boccaccesco sottolineato dai curatori nel sottotitolo del libro (“Decamerone del Mistero) uscito quest’anno per le edizioni Bietti di Milano.

Il racconto di Conte ha un titolo che per lui emblematico. La rosa rossa è un suo leit motiv nella scrittura e nelle performance tra arte e azione teatrale. Ma basterà ricordare la performance più audace: lanciarsi, assieme al suo tutor, col paracadute con la rosa rossa in bocca. E poi il suo pensare, il suo essere, il suo fare e scrivere, tutto è tinto di rosso “fuego”. Lo fa anche senza sforzo. Basti pensare che usa due parole che si differenziano per il fatto che l’aggettivo rossa ha una “s” in più. Certo il suono è diverso: dolce quello del fiore, aspro quello del colore. Due timbri che Conte combina variamente, giocando spesso di variazioni sul tema.