A new gaze at photography / Una nuova rivista

La plurimillenaria grande madre Arte ha assai spesso sopraffatto o messo ai margini o semplicemente sfruttato la nuova arte, la fotografia. Breve storia (meno di 200 anni), ma segnata da passi decisi e incisivi, e con crescita sorprendente. Frequenti i momenti di duello, con vicende alterne, ora con spinte da parte della fotografia all’arte, ora viceversa, e persino sintonia o un parallelo cammino enarmonico. Basti considerare il periodo futurista e post-futurista, anche se non sono mancati i misconoscimenti della fotografia da parte di pittori e scultori di quella corrente.

Sta di fatto che la storia della fotografia è caratterizzata da continue scoperte tecnologiche che a un certo punto hanno impresso voli a questa forma d’arte fino a farla diventare diffuso fenomeno sociologico attentamente studiato da Suzanne Sontag nel suo “On photography”(1977).

Oggi il digitale ci rende tutti fotografi, persino bravi, anche se digiuni sul piano tecnico. Ma è proprio questa inflazione a stimolare verso una fotografia responsabile che vuol dire debitamente professionale. Ma pungola verso ulteriori ambizioni. Ad esempio, ridare alla fotografia tutta la sua dignità di luogo di ricerca, come lo stata lungo i vari decenni della sua vita. Ricerca che è stata spesso costitutiva riguardando la sua essenza, la sua ontologia, talvolta in connessione con l’evoluzione tecnologica, oppure partendo sì da questa, ma per puntare verso originali esiti compositivi, morfologici, tipologici.

E i contributi al dibattito non mancano, a partire da quelli del caustico Peter Henry Emerson, autore di Naturalistic Photography (1889). Ebbe grande influenza su artisti e fotografi dell’ultima parte dell’Ottocento. Tuttavia, due anni dopo, girò le spalle a quelle posizioni dichiarando addirittura “The Death of Naturalistic Photography”.

L’esplosione della fotografia come fenomeno sociologico fa combutta con gli eredi indiretti del pittorialismo, cioè la lunga schiera dei fotografi che privilegiano in via esclusiva l’esteticità, lontani distanti tanto dall’arte più ambiziosa quanto dalla ricerca.

Camerafyin vuole contribuire a ridare alla fotografia il suo valore congenito e primitivo di luogo di ricerca e di creatività dove l’esteticità sia un attributo naturale e non un ismo mirato alla larga fruizione e a strategie per il successo.

Allo scopo, ripropone, commentandole, esperienze produttive, saggistiche e teoriche del passato, possibilmente in comparazione con analoghe esperienze del nostro tempo.

Intanto, i nostri omaggi ad Alfred Stieglitz, anche nella ricorrenza dei 160 anni dalla sua nascita (New Jersey, 1 gennaio1864). Egli, fra i tanti meriti, ha anche quello di avere fondato la rivista Camera Work (1903-1917).