La danza tra i fiordi

danza svedese: performance in maschera de
"Il tavolo verde" di Kurt Jooss
Danza svedese moderna e contemporanea

Ci sono due fucine che nutrono i talenti coreografici in Svezia, determinando un fenomeno tutto scandinavo che negli anni 2000 si è imposto sulle scene internazionali, con una proiezione planetaria.

Più coreografi-autori sono cresciuti sotto l’ala del Royal Swedish Ballet, compagnia classica di alto lignaggio fondata nel 1773 sul modello francese diffuso allora in tutta Europa, e ora diretta da Nicolas Le Riche, già étoile dell’Opéra de Paris, e il Cullberg Ballet, fondato da Birgit Cullberg (1908-1999), grande madre del balletto moderno del Nord, già allieva di Kurt Jooss, autore negli anni Trenta del clamoroso Tavolo verde dei potenti che si giocano i destini dei popoli, e maestro di Pina Bausch, destinata a diventare la figura di prua del Tanztheater tedesco dagli anni Settanta del secolo scorso.

 

Il tavolo verde di Kurt Jooss

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Il Cullberg Ballet negli anni ‘80 si è affermato sotto la guida del figlio di Birgit, Mats Ek.Nato a Malmo nel 1945, Mats Ek è cresciuto nel teatro: il padre Anders Ek è attore del Royal Swedish Theatre; la gemella Malin è attrice d’alta classe, il fratello Niklas è danzatore prediletto dai grandi coreografi, come Maurice Béjart e Jiri Kylián.

La madre Birgit ha creato balletti storici come una vigorosa Miss Julie da Strindberg nel 1950.

Da queste radici solide, da questo mix impegnato di tradizione e innovazione, è fiorita la nuova coreografia scandinava, soprattutto svedese, senza dimenticare che anche nei paesi vicini  si distinguono personalità di spicco come quella del norvegese Lucien Øyen, autore di una creazione per il Wuppertal Tanztheater della Bausch, Bon Voyage, Bob; e quella del finlandese Tero Saarinen, creativo per le grandi compagnie nordiche e per il proprio gruppo; prediletto da Carolyn Carlson, visionaria coreo-danzatrice californiana-finlandese, Saarinen è molto noto per Hunt, un Sacre du Printemps in forma di assolo e in dialogo con la tecnologia.

 

Hunt di Tero Saarinen

 

https://dancetabs.com/2013/03/tero-saarinen-company-westward-ho-wavelengths-hunt-washington/

 

Talento, fattore sempre imponderabile, e competizione artistica ai massimi livelli, nel clima di un’etica protestante rigorosa, di un umanesimo militante, di una attitudine introspettiva e analitica, di una sottile ironia anche nel dramma, di una spiritualità e di un eros radicali, di un legame profondo con la natura, tutte posture ben evidenti nei film ispirati e rivelatori di Ingmar Bergman, artista svedese esemplare, hanno prodotto in Svezia esiti di valore storico.

I remake firmati da Mats Ek di titoli fondativi della letteratura ballettistica, una Giselle dirompente nel 1982 in chiave di eros e pazzia, un Lago dei cigni /Swan Lake nel 1987, con pennuti unisex in chiave di emancipazione del figlio da una madre seduttrice, e una Bella addormentata/Sleeping Beauty come ragazzina ribelle e tossicodipendente in un mondo perbenista, creato al Balletto di Amburgo nel 1996, gli hanno dato fama mondiale.

I suoi pezzi umanistici come Soweto, anti-coloniale e La casa di Berbarda (Alba), anti-maschilista, oltre a una Sagra della primavera/Rite of the Spring del 1984, ambientato nel Giappone tradizionale, riscritto come apologo contro l’autoritarismo dei genitori, sono risultati altrettanto incisivi ed esemplari. A tutto questo si sono affiancate regie teatrali, di Molière, Racine, Strindberg, e operistiche, dell’Orphée di Gluck.

 

Miss Julie di Birgit Cullberg

https://d.facebook.com/erikbruhnfans/photos/a.10156534690803706/10156582537268706/?type=3&__tn__=EH-R

 

Giselle di Mats Ek

https://www.campadidanza.it/da-completare-quelle-immagini-che-non-rivedremo-piu.html

 

 

La danza svedese ai nostri giorni: almeno tre nomi di artisti-coreografi svedesi, Johan Inger, Alexander Ekman e Pontus Lidberg, figurano tra gli autori più richiesti laddove il balletto, con il suo ricco vocabolario plurisecolare, necessita di un approccio attuale, aperto, contemporaneo, e laddove i danzatori polivalenti di ora abbisognano di nuovi nutrimenti e nuovi repertori, stimolati anche eventualmente a contribuire alla creazione.

I Ballets de Monte-Carlo nel 2018, centenario della nascita del grande regista, hanno proposto Dancing with Bergman invitando a celebrarlo Alexander Ekman con Thoughts of Bergman, Mats Ek con Memory, Johan Inger con 4 Karin.