Jack Lang e Claude Lemand, il Libano e i suoi artisti

Istituto del Mondo Arabo, foto di 2 uomini elganti, Jack Lang e Claude Lemand
Da sinistra, Jack Lang e Claude Lemand
L’Istituto del Mondo Arabo in sostegno dell’arte

Un link: jeunesartistesduliban@imarabe.org. Apro subito con un bando dell’Istituto dl Mondo Arabo a sostegno (scadenza ottobre 2020) ai giovani artisti libanesi toccati da tante tensioni, e ora anche dal recente mostruoso incendio.

Il Covid-19 muove l’arte.  La quale non dà contributi scientifici specifici, né vaccini né nuove cure, ma può aiutare a contrastare l’indigenza. In senso generale, si sa bene che essa è un indiretto catalizzatore di ogni ambito di ricerca e spesso anche buona compagna dei protagonisti della ricerca. Poi si possono aggiungere circostanze geografiche e culturali quali occasioni perché l’arte dia questi contributi.

Ecco un meritorio esempio. A Parigi Claude Lemand, libanese, e sua moglie France da alcuni decenni promuovono l’arte contemporanea del Medio Oriente quali collezionisti. Inoltre, la loro omonima galleria è un importante punto di riferimento di quel tipo di arte. Nella Ville Lumière c’è inoltre il più grande museo d’arte araba contemporanea presso l’Institut du Monde Arabe (l’Istituto del Mondo Arabo) in quell’originale e affascinante edificio progettato dal capofila di uno speciale gruppo che è stato l’archistar Jean Nouvel. L’IMA (Istituto del Mondo Arabo) da tempo svolge un’intensa attività di studio e promozione. L’idea viene promossa da Valéry Giscard d’Estaing agli inizi del 1980, ma poco dopo sarà François Mitterrand a dare impulsi definitivi e importanti, come la sua collocazione dell’opera sulle rive della Senna. Il valore diplomatico e di scambi interculturali risulta evidente, oltre che efficace.

Istituto del Mondo Arabo a Parigi in foto
L’istituto del Mondo Arabo di Jean Nouvel, Parigi, 1981-87. Foto: Philippe Ruault e Georges Fessy

Nel loro impegno di prima linea sul fronte medio-orientale, adesso la coppia di collezionisti e l’Istituto del Mondo Arabo hanno avviato una bella azione a favore degli artisti libanesi (anni fa avevano donato a quell’istituzione ben oltre mille opere di artisti medio-orientali). Dunque, gli artisti libanesi tra i 21 e i 35 anni invieranno un proprio progetto di opera esprimente come “sentono, vedono e immaginano” la loro Beirut. E ovviamente non manca l’attenzione alla qualità. Un comitato selezionerà 20 autori che saranno al coperto di ogni spesa e le loro opere saranno acquistate e destinate al museo dell’IMA, e inoltre saranno esposte nella mostra “Lights of Lebanon” fissata tra marzo e luglio 2021.

Gran patron di questa collaborazione è un uomo di grande valore universalmente noto e stimato per i suoi importanti contributi dati alla cultura e alla società: Jack Lang. Varie volte ministro, è ora impegnato a dare nuovi e aggiornati impulsi internazionali all’IMA quale presidente dell’Istituto, lui che della cultura e del senso umanitario ha fatto sempre la sua bandiera, da socialista profondo ben al di là delle vicende politiche, anche se in queste ha militato con François Mitterrand senza mai distogliere l’occhio dalla Cultura (è stato il responsabile culturale e portavoce del Partito Socialista Francese). Docente in varie università, sindaco di Blois (centro-valle Loira), incarichi culturali all’estero. Solo due esempi: presidente della Giuria all’International Film Festival di Berlino; succede nel 1997 a Giorgio Strehler nella guida del Piccolo Teatro, a Milano.

Con questa notizia, la tristezza allenta un po’ dove è possibile. Comunque, un segnale significativo di come si possa pensare agli altri anche nel nostro momento davvero difficile in ogni parte del mondo. Non si può non aggiungere che i pubblici amministratori trovano in questa iniziativa un’occasione di stimolo a favore dei giovani che un po’ dappertutto sono abbastanza trascurati nelle loro legittime prospettive (figurarsi poi nel campo dell’arte).