Una gran paura, vera sincera, non bellicosa, non politica, da cittadino attento a leggere nelle cose. Non per disistima o dubbio sulle capacità. Invece a causa delle varie problematiche pregresse, antropologiche, sociali, cultuali capaci di fiaccare ogni buona volontà. Inoltre il senso della nazione soccombe ai pur legittimi tuffi nella bandiera politica di appartenenza. Come si trattasse di sopravvivenza, e in un certo senso – esistenziale – lo è. Ma ci sarebbe la sopravvivenza della nazione a cui si appartiene. Che paura! Fino a questo momento non riesco a scrollarmela di dosso. Per piacere, gentili membri dell’establishment, per piacere gentili esponenti dell’opposizione. Non è un fatto personale, anche se vi sono coinvolto, ma nazionale. Cominciate a fare qualcosa che salvaguardi l’Italia sul piano economico nel prossimo e più lontano futuro. Paura del naufragio, di un rialzo ben sensibile e irrecuperabile del debito, paura dell’indebitamento profondo da capitis deminutio. So bene che non sono originale in questa querelle. E a maggior ragione, avverto questa paura. Essa è fondata su un terreno del due più due fanno quattro. Sovvertiamolo. Grazie.