“Sustainable models of production and consumption”. It is one of the 17 Sustainable Development Goals of the 2030 Agenda.
As consumers, our choices will be fundamental to the widespread diffusion of different consumption patterns. We say different with regard to the responsibility and awareness we should have that resources are not limitless. Special attention we should also pay to the impact that our consumption has on the environment and society.
Responsible consumptions: a growing trend
According to recent researchs, consumers expect companies to behave ethically and respectfully towards workers and the community in general, sustainable production and the choice of suppliers with high standards of sustainability. As far as Italy is concerned, almost 3 out of 4 persons pay attention to their purchases’s environmental impact. Thanks to such behaviors, undeniably they shouldn’t have yet undermined the consumerist model, for various reasons.
The confused consumer
First of all, there is a problem at an informative and cognitive level. It is not easy to find your way around product certifications and declarations, and recognize those that really have a lower environmental impact. Especially considering that deceptive communications are around the corner. However, there is a good Italian news in this regard: a Court has recently recognized that “the ecological virtues praised by a company or a product can influence the consumer’s purchasing choices”, so “green environmental declarations must be clear, truthful, accurate and not misleading”. A very important step for consumer’s protection.
Time and money are never enough
In the haste society, sustainable purchasing choices need to be cared. Also, time to be devoted to choosing products is required to help the reading of the environmental declarations of the producers, of the information on the origin or on the composition of the ingredients. In addition, provoking responsible purchasing choices costs a lot, often too much: behind a “sustainable” product there are higher production costs, i.e. of certification and control of the supply chain as well as costs of researching greener and more innovative materials. The economic difficulties caused by the pandemic and the increase in the prices of raw materials will not help in this regard.
Objective limits
But it’s not just a matter of time, price, or misinformation. It is undeniable that there are still objective limits to responsible purchasing. For consumers who are attentive to the environmental impact of their choices, it is not easy to find “on tap” shops where they can buy bulk products or centers that replace electronic products components, thus extending their life. Not to mention that “repairing” is often cheaper than replacing.
A different way of thinking
It would not be a question of inventing anything, but of returning to customs that were once general practice. A very difficult step for the consumer of the new millennium, who necessarily requires a change of mentality and perspective. In fact, the 2022 consumer wants everything immediately and available at any time. He is used to comfort of all kinds. More than to repair, to use and then throw away. It is natural for him to find avocado on supermarket shelves in all seasons of the year. Buy pre-packaged products. Finding cheap clothing and renewing it all the time, i.e. a smartphone, rather than repairing it.
Faced with these difficulties, implementing sustainable consumption choices is a real challenge. Certainly education in correct consumption models and the support from the institutions at the legislative and economic level will be crucial to train new sustainable consumption models. In the meantime, as consumers we will need to be very determined to train this change.
“Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”. È uno dei 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.
Le scelte che intraprenderemo come consumatori saranno fondamentali per contribuire alla diffusione su ampia scala di modelli di consumo diversi. Diversi, in quanto responsabili e consapevoli della finitezza delle risorse e dell’impatto che i nostri consumi hanno sull’ambiente e sulla società.
I consumi responsabili: un trend in crescita
Secondo ricerche recenti, i consumatori si aspettano dalle aziende un comportamento etico e rispettoso verso i lavoratori e la comunità, una produzione sostenibile e la scelta di fornitori con alti standard di sostenibilità. Addirittura, quasi 3 italiani su 4 prestano attenzione all’impatto ambientale dei propri acquisti. Se i comportamenti responsabili sono in crescita, è però innegabile che non hanno ancora scalzato il modello consumistico. Questo per varie ragioni.
Un consumatore confuso
C’è innanzitutto un problema a livello informativo e conoscitivo. Non è semplice orientarsi tra le certificazioni e dichiarazioni dei prodotti, e riconoscere quelli che davvero hanno un impatto ambientale minore. Soprattutto considerando che le comunicazioni ingannevoli sono dietro l’angolo. C’è però una bella notizia in proposito: un Tribunale italiano ha di recente riconosciuto che “le virtù ecologiche decantate da un’impresa o da un prodotto possono influenzare le scelte di acquisto del consumatore”, e che per questo “le dichiarazioni ambientali verdi devono essere chiare, veritiere, accurate e non fuorvianti”. Un passo importantissimo in materia di tutela dei consumatori.
Tempo e denaro non bastano mai
Nella società della fretta, il tempo è tiranno. Fare scelte di acquisto sostenibili richiede cura, attenzione, tempo da dedicare alla scelta dei prodotti. Alla lettura delle dichiarazioni ambientali dei produttori, delle informazioni sulla provenienza o sulla composizione degli ingredienti. Oltre a ciò, fare scelte di acquisto responsabili costa tanto, spesso troppo: dietro un prodotto “sostenibile” ci sono costi di produzione maggiori, costi di certificazione e di controllo della filiera, costi di ricerca di materiali più green e innovativi. Pensiamo alle auto elettriche. Le difficoltà economiche causate dalla pandemia e i rincari delle materie prime non aiuteranno in tal senso.
Limiti oggettivi ai consumi responsabili
Ma non è solo questione di tempo, prezzo, o disinformazione. È innegabile che persistano dei limiti oggettivi agli acquisti responsabili. Per il consumatore attento agli impatti ambientali delle proprie scelte, non è semplice scovare negozi “alla spina” dove acquistare prodotti sfusi, o centri che effettuano sostituzioni di componenti di prodotti elettronici prolungando la loro durata. Senza contare il fatto che “riparare” è spesso e volentieri più economico che sostituire.
Una mentalità diversa
In effetti, a ben pensarci, non si tratterebbe di inventare nulla, ma di tornare a usanze un tempo all’ordine del giorno. Un passo molto difficile per il consumatore del nuovo millennio, a cui è necessariamente richiesto un cambio di mentalità e prospettiva. Il consumatore del 2022 infatti vuole tutto e subito. É abituato a comodità di ogni tipo. A sostituire più che a riparare. A utilizzare e poi gettare. Per lui è naturale trovare l’avocado sugli scaffali dei supermercati in tutte le stagioni dell’anno. Comprare i prodotti già confezionati. Trovare abbigliamento a basso costo e rinnovarlo in continuazione. Sostituire uno smartphone piuttosto che ripararlo.
Di fronte a queste difficoltà, attuare scelte di consumo sostenibili si configura come una vera e propria sfida. Certamente l’educazione a dei corretti modelli di consumo e il sostegno da parte delle istituzioni a livello legislativo ed economico saranno cruciali per trainare nuovi modelli di consumi responsabili. Nel frattempo, come consumatori dovremo essere davvero determinati per trainare questo cambiamento.
Sullo stesso tema leggi anche:
Usa e getta verso la sostenibilità / Disposable towards Sustainability
