L’urbicidio di Irpin, dalla distruzione alla ricostruzione

UCRAINA: Etiam periere ruinae (Lucano)

Ricostruire l’Ucraina

Lo aveva detto già Ursula Von Der Leyen, che l’Europa avrebbe aiutato in tutti i modi l’Ucraina a ricostruire le proprie città. Peraltro già il Governo italiano aveva anzitempo annunciato il proprio contributo alla ricostruzione. Infatti, il ministro della Cultura Dario Franceschini, il 18 marzo aveva dichiarato di voler ricostruire il teatro di Mariupol, raso al suolo dai bombardamenti russi.

IUAV di Venezia per la ricostruzione dell’Ucraina

Ora l’Università IUAV di Venezia, tra le prime in Europa, con un comunicato stampa del 14 giugno u.s., ha reso pubblico un accordo con il Comune di IRPIN per realizzare “strategie e azioni per ripristinare le aree urbane e rurali della comunità territoriale”.  L’ateneo fornirà consulenza gratuita multidisciplinare sui complessi processi di ricostruzione della città, nei diversi ambiti edilizi e urbanistici. Alla cerimonia telematica dell’accordo hanno partecipato il Sindaco di Irpin Oleksander Markushin, il Presidente di Confindustria Ucraina Marco Toson, l’ambasciatore italiano in Ucraina Pier Francesco Zazo, l’ambasciatore Umberto Vattani, Presidente di VIU, e la coordinatrice del Corridoio accademico Ucraina-Italia Olena Motuzenko. Peraltro la IUAV ha già esperienza nella ricostruzione di territori devastati da calamità naturali (Vajont, Friuli, L’Aquila, Marche) e da guerre (Siria).

L’urbidicio di Irpin e la sua ricostruzione

IRPIN era una città del sobborgo di Kiev, ben servita ed economicamente ricca, che ha resistito a lungo all’attacco dei russi. Gli ucraini l’hanno riconquistata a prezzo della sua distruzione totale, con macerie ovunque e cadaveri disseminati nei parchi. Una città fantasma, quale Aleppo o Grozny, vittima di ‘urbicidio’, come viene definita la distruzione sistematica di una città e del suo territorio. Un sito insomma da ricostruire integralmente, anche ridisegnandone l’ambiente urbano in prospettiva di sostenibilità ambientale. Il tutto con ‘progetti site-specific per edifici chiave dell’ambiente urbano da individuare congiuntamente per il loro valore patrimoniale e significato sociale per la comunità’, come specificato da Benno Albrecht, rettore della IUAV.

I costi

Secondo gli analisti, la ricostruzione dell’Ucraina ad oggi costerebbe tra i 500 e i 600 miliardi di dollari (Forbes 8/6/2022). Occorre rifare 8.000 km di strade, 15 milioni di mc di edifici, 350 tra ospedali, scuole, ed edifici pubblici, oltre infrastrutture per gas, elettricità, acqua, fibra elettronica, piantumazione di alberi, ecc.. Ciò perché in Ucraina ‘etiam periere ruinae’ (Lucano) (sono state distrutte anche le rovine). Sosterranno il costo la Banca Mondiale, il FMI, oltre a Europa, USA ed altri paesi, che impiegheranno anche proprie aziende e maestranze. Si tratta di una sorta di Piano Marshall per l’Ucraina, già invocato da Mario Draghi il 12/5/2022 a Washington ricevendo il premio dell’Atlantic Council. In fondo è stato proprio il Piano Marshall del 1947 a consentire la ricostruzione e il rilancio economico di Italia e Germania, oggi i primi due paesi manifatturieri d’Europa.

 

Leggi anche: Ucraina, guerra anche tra pacifisti e interventisti