La Francia si muove
Francia e Moldavia hanno firmato un accordo di mutua assistenza militare del tutto simile a quelli che precedettero le due guerre mondiali. Ciò è avvenuto nell’indifferenza dell’opinione pubblica che, a causa di una sensazione di impotenza diffusa, non reagisce più. Bisogna aggiungere che il mese scorso l’Eliseo aveva stretto un’analoga intesa con l’Armenia, considerata come un possibile bersaglio del militarismo di Mosca.
La Moldavia sta per iniziare le trattative per entrare nella EU, ma la regione della Transnistria ha da tempo dichiarato la sua autonomia e ha richiesto la protezione dell’esercito russo. Una parte delle forze armate francesi ha dato inizio a un duro addestramento in vista di un attacco da Oriente. La Svezia è entrata a pieno titolo a far parte delle forze della Nato, dopo 200 anni di neutralità, difesa anche di fronte ai nazisti. Sappiamo già dello stanziamento di cento miliardi di euro deliberato dal Parlamento tedesco per nuove attrezzatura.
Se la guerra batte alle porte dell’Europa, sembra che il vecchio continente ritenga questo evento ineluttabile, con due aggravanti rispetto al passato. La prima è che, al di là dell’Ucraina, si insiste sul fatto che la guerra sarà contro l’ideologia totalitaria russo-cinese e non con lo scopo preciso di conquiste territoriali. Dunque una guerra “infinita“ del bene contro il male. La seconda aggravante consiste nel fatto che Mosca ha già messo a punto un’economia di guerra e risorse economiche che potrebbero sostenerla a tempo indeterminato. Possiamo aggiungere che negli Stati Uniti l’opinione pubblica democratica della costa atlantica e quella della costa orientale ondeggiano paurosamente fra isolazionismo e interventismo. E poco conterà che sia Trump o Biden il vincitore delle prossime elezioni.
Il “fronte del male” può anche avvalersi in questa circostanza del contributo di quegli Stati che demograficamente – e in parte economicamente – percepiscono i loro interessi più vicini a quelli dei BRICS, rispetto a quelli dei vecchi colonizzatori (leggi India). Negli Usa migliaia di studenti universitari manifestano nei campus a favore di Hamas e sembrano quasi giustificare l’orrendo massacro che ha scatenato la reazione israeliana.
L’Ue si pone la questione della difesa e la Francia non aspetta
Tutti gli Stati della Ue convengono sulla necessità dell’autosufficienza del continente nell’ambito della difesa. Ciò perché quel ruolo di “carabinieri del mondo”, assunto dagli Usa dopo il 1989 Washington non può svolgerlo su tutti i fronti. Ne deriverà una riformulazione della NATO e una stretta a quel regime di welfare di cui l’Europa ha goduto per decenni. In altre parole: più armi e meno burro. E comunque il sangue di cinquantacinque guerre in corso scorre già lungo il pianeta.