Perché non dar vita all’Orto di Nemo?

insetti e parassiti a danneggiare i germogli -ed evitando così l’uso di pesticidi.

La foto mostra due subacquei all'intenro di una sfera di vetro subacquea, piena di acqua nella meta inferiore. I due uomini, ripresi a pelo d'acqua sono equipaggiati con tute nere, maschera e tubo per respirere. il sub di destra tiene in mano un sacchetto di plastica trasparente con all'interno una piantina che l'altro sub si appresta ad aprire con un paio di forbici
Nella foto: L’Orto di Nemo

Si tratta, come affermato da Gamberini, di una possibilità concreta: “lo sviluppo delle piante è particolarmente rapido. Nel giro di 48 ore i semi cominciano già a germogliare. Il sistema è autonomo e isolato. All’interno della bolla insetti e altri agenti non riescono ad arrivare”.

Sfortunatamente, il raccolto prodotto dall’Orto di Nemo non è ancora commercializzabile ma, una volta perfezionato il progetto in ogni sua parte, potremmo tra qualche anno essere uno dei primi Paesi al mondo ad offrire uno strumento innovativo che renda più sostenibili le attività agricole e nei limiti gli effetti perniciosi sul nostro ecosistema