Che la povertà nel mondo moderno sia uno scandalo di cui i cosiddetti Paesi civili devono vergognarsi non è una novità. Ma è veramente doloroso constatare con la forza dei numeri che negli Usa, cioè in uno dei Paesi più ricchi del pianeta, la quantità dei bambini poveri contrasta incredibilmente con la super ricchezza della high class.
Children’s Defense Fund è un istituto di ricerca che si occupa del problema della povertà dei minori negli Stati Uniti. Nei suoi report ci dice che a fronte dell’1% della popolazione più ricca del Paese troviamo circa 12 milioni di bambini che vivono sotto la soglia di povertà; in termini proporzionali 1 su 6. Nel 2016, 1,3 milioni circa di bambini sotto i 6 anni erano senza tetto.
https://www.childrensdefense.org/policy/resources/soac-2020-child-poverty/
Nella classifica stilata da Save the Children gli Usa occupano insieme alla Cina il 36° posto nella cura complessiva dei minori. Com’è possibile una contraddizione di questo genere? É altrettanto incredibile che i tre uomini più ricchi degli Usa, cioè Jeff Bezos, Bill Gates e Warren Buffet, possiedano la stessa ricchezza del 50% meno ricco del popolo americano, cioè più di 160 milioni di persone.
Secondo gli estensori del rapporto il problema sta nella disuguaglianza del reddito, o meglio nella ineguale redistribuzione della ricchezza prodotta dal lavoro della collettività.
La forbice fra i ricchi e i poveri si allarga perché l’aumento del benessere va pochissimo a vantaggio dei più disagiati e serve, al contrario, a soddisfare l’avidità e l’ambizione delle classi più abbienti.
Ancora una volta in termini numerici: lo 0,1% della popolazione più ricca guadagna 188 volte di più del 90% della popolazione più povera. In pratica è come assistere a una gara di velocità fra una Ferrari e una utilitaria.
È chiaro che la Ferrari con il passare dei secondi accrescerà il suo vantaggio sull’utilitaria, ma bisogna chiedersi se un sistema economico di questo genere può procedere all’infinito.
In altre parole che cosa significa per un bambino povero americano di oggi trovarsi domani, come adulto, di fronte ad un insuperabile svantaggio determinato dalle pochissime opportunità di cui ha usufruito?
Saremo ancora di fronte al sogno americano, al paese delle opportunità, o a una società divisa in caste?