Nuove frontiere della danza tra digital e robot

Uomo attaccato ad un ingranaggio volteggia nell'aria
Danza con me, Fonte Rai

Danza con me di Roberto Bolle su Rai 1, una festa popolare per accogliere in bellezza il 2021, con 3.848.000 spettatori e il 17% di share, ha puntato stavolta su Vasco Rossi che ha presentato il suo nuovo singolo intitolato Una canzone d’amore buttata via. Focus anche su Diodato, pure buon ballerino nella sigla di Bond-007 e su Ghali. Bolle, in inedito stile hip hop, ha coinvolto anche Michelle Hunziker per accenti musical da Flashdance a La La Land, lasciando da parte, nell’era di Zoom trionfante e defatigante, i passi a due tra il ballerino e un partner tecnologico, proposti negli anni precedenti. 

Il duetto con le luci laser, registrato all’ONU, Bolle l’aveva però riproposto al gala inaugurale del 7 dicembre, in tv, per aprire la nuova stagione alla Scala, mentre il dialogo amoroso con un grande robot aveva debuttato sul piccolo schermo per il Capodanno 2019. 

L’americana Boston Dynamics, per gli auguri 2021, ha fatto danzare alcuni suoi robot, gli Atlas, dalle fattezze umane, insieme a Spot, un simil-cane giallo, in una coreografia sincronizzata, stile twist su Do You Love Me dei Contours, con movimenti disegnati da Monica Thomas, sperimentatrice a tutto campo con il gruppo di lavoro Mad King Thomas.

Ma già nel 2013 la coreografa e videomaker spagnola Blanca Li, amica di Pedro Almodovar, aveva utilizzato i robottini giapponesi NAO e le creature dell’artista Maywa Denki per una danza umano-androide in Robot!, con effetti esilaranti irresistibili.

Fece sensazione, nell’ormai lontano 1999, Merce Cunningham, il grande vecchio, il padre nobile della postmodern dance USA quando ideò Biped, usando la motion capture tramite sensori posti sul corpo dei ballerini per creare e proiettare danzatori virtuali in una coreografia condivisa tra esseri umani e segni frutto dei loro movimenti.

Nel 2020 la danza ha familiarizzato con tutte le tecnologie dell’immagine e del suono, su ogni genere di macchine-device, e ha continuato a vivere da remoto su ogni tipo di schermo, dal cellulare alla televisione. Chi aveva esitato a buttarsi nel web prima della scorsa estate, aspettando speranzosamente il ritorno in scena, nell’autunno-inverno, in teatri ormai chiusi sine die, si è lanciato a capofitto nelle onde dell’etere e della rete. Non ci sono alternative.