Not to forget, The great homologation – Per non dimenticare, La grande omologazione

logo della rubrica Noi e il covid, che è l'immagine stilizzata di un virus a forma di palla bianca e rosa

The planet as a global village. In every corner of the earth everything has manifested itself in the same way: the dynamics in the virus-human relationship, the social problems in the management of that relationship, the escalation in the spread of Covid 19. A sort of terrible television format, as all the broadcasters in the world continue to tell. Ineluctability has already invaded souls accompanied by a desperate struggle to protect themselves or to overcome the disease, often with vain results. On the one hand, there are disoriented people. On the other hand, there are the rulers who were certainly caught off guard, at least most of them, and unarmed against the threat of a terrible, dark, insidious virus, likely to multiply exponentially. The few rulers, not only Chinese, who knew about the phenomenon, and probably about the laboratory accident, reacted with irresponsible guilty silence. Among them, some famous American figures, and the rulers, so to speak, of the World Health Organization. The latter move for “political” reasons, clouding its own ethical mission. And the others, what goal did they think they would achieve by hiding what happened?

There are two explanations that, however, remain a knot to be solved: the laboratory accident more plausible; the new generation atomic bomb, the experiment of an attack on the world, which is less plausible. In any case, it seems, no one has doubts that in one of the two hypotheses there is the truth. In general, each institutional ruler was bewildered, along with each individual easily engulfed in the diluting word of “mass” or “people”. You say: people die. But you add the quantity right away: thousands and millions. Of what? Obvious: of this and that, of that friend or relative of yours or of that character you respect and like. However, it must be said that among the confused rulers there are those who have intended to overcome their “not knowing” by closing their eyes to reality, ignoring the great homologating threat, minimizing everything, to the point of proclaiming to their compatriots that the phenomenon was just great alarmism. Two quotes are enough: the tenacious Jair Bolsonaro and the first Boris Johnson, the one who still had not caught the virus. Then the misrepresentations. This testimony is enough: in the Chinatown in Milan a poster on the wall (early March 2020) launched this ill-shrewd and dangerous message: “The enemy is the virus, not the people”. Evidently, the fact that transmission was from person to person was overlooked.


Per non dimenticare, La grande omologazione

Il pianeta come un villaggio globale. In ogni angolo della terra tutto si è manifestato allo stesso modo: le dinamiche nel rapporto virus-uomo, le problematiche sociali nella gestione di quel rapporto, l’escalation nella diffusione del Covid 19. Una sorta di terribile format televisivo, come continuano a raccontare peraltro tutte le emittenti del mondo. L’ineluttabilità ha invaso gli animi accompagnata dalla lotta disperata per proteggersi o per vincere la malattia, spesso con risultati vani. Da una parte, gente sbandata, disorientata, dall’altra i governanti, certamente colti alla sprovvista, almeno la maggior parte, e disarmati contro la minaccia di un virus terribile, oscuro, insidioso, suscettibile di moltiplicarsi in modo esponenziale. I pochi governanti, non solo cinesi, che sapevano del fenomeno, e verosimilmente dell’incidente di laboratorio, hanno reagito con irresponsabile colpevole silenzio. Tra essi, talune figure americane, istituzionali o privati famosi, e i governanti, per così dire, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Quest’ultima mossa da ragioni “politiche”, offuscando la propria missione deontologica.

E gli altri, quale obiettivo pensavano di raggiungere nascondendo l’accaduto? Due le spiegazioni che tuttavia al momento rimangono nodo da sciogliere. Una più plausibile (incidente di laboratorio), l’altra meno (una bomba atomica di nuova generazione, l’esperimento di un attacco al mondo). In ogni caso, a quanto pare, nessuno nutre dubbi che in una delle due ipotesi ci sia la verità. In generale, ciascun governante istituzionale disorientato, assieme a ogni individuo facilmente inghiottito nella parola, stemperante, di“massa” o “gente”. Tu dici: la gente muore. Ma aggiungi subito la quantità: migliaia e milioni. Di cosa? Ovvio: di tizio e di caio, di quel tuo amico o parente o di quel personaggio che stimi e ti è simpatico. Tuttavia va detto che tra i governanti disorientati ci sono coloro che hanno inteso superare il loro non sapere “che pesci pigliare” chiudendo gli occhi davanti alla realtà, ignorando la grande minaccia omologante, minimizzando ogni cosa, fino a proclamare ai propri connazionali che il fenomeno era stato ammantato di un grande allarmismo. Due citazioni bastano: il tenace Jair Bolsonaro e il primo Boris Johnson, quello che ancora non s’era beccato il virus. Poi i travisamenti. Basta questa testimonianza: nella Chinatown milanese un manifesto sul muro (inizi marzo 2020) lanciava questo messaggio malaccorto e pericoloso: “Il nemico è il virus, non le persone”. Evidentemente si trascurava il fatto, ormai chiaro, che la trasmissione avveniva da persona a persona.