Le guerre dei chip e il neocolonialismo del XXI secolo

Le guerre dei chip e il neocolonialismo del XXI secolo
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Semiconduttori, chip, materie prime

I termini gallio e germanio non dicono nulla a un lettore poco interessato alla fabbricazione dei semiconduttori del futuro. E, invece, l’accaparramento di questi metalli rari è al centro di una competizione planetaria che potrebbe avere risvolti epocali. Fino ad oggi la Cina ha fornito l’85% della “materia prima” dei microscopici chip, essenziali per quasi tutte le applicazioni avanzate di nuova generazione dell’elettronica.

Terre rare, Cina e altri paesi

È doveroso precisare che queste materie prime definite “rare” non lo sono poi tanto: si trovano in abbondanza in Australia, Canada, Africa e altri territori fuori dal controllo del Dragone. Ma la loro estrazione e raffinazione è costosa ed è considerata altamente inquinante. Quindi si preferisce …. “delocalizzarle”. Ancora una volta ci troviamo di fronte al problema degli approvvigionamenti globali. Una volta estratti questi metalli vengono esportati in Occidente dove le fabbriche di Germania, Olanda e Giappone li usano per costruire i microchip, che a loro volta vengono esportarli – fra l’altro – in Cina.

I nuovi microchip, usi militari e i nuovi superconduttori

Da qualche mese, però, dato il potenziale uso militare dei nuovi microchip le esportazioni sono state molto limitate. Solo fatta questa premessa si può capire perché dalla metà di luglio Pechino abbia deciso per ritorsione di limitare dal primo agosto le esportazioni di questi metalli rari verso gli Usa e l’Europa.

Ma il gallio e il germanio sono solo gli ultimi metalli ”preziosi” alla ricerca dei quali si è scatenata una specie di corsa all’oro. La caccia a superconduttori come cobalto, litio, niobio, grafite, ecc. è già in corso da tempo in Africa, il continente più povero del pianeta che alimenta il futuro benessere tecnologico dei Paesi più ricchi. Senza la grafite del Mozambico non ci sarebbero le batterie delle auto elettriche, senza il cobalto del Congo niente tablet e computer, etc. Tutti minerali estratti senza alcun rispetto per la salute di chi lavora nelle miniere, spesso bambini che si danno da fare a mani nude per sopravvivere.

Tutto ciò fa parte dei valori morali universali che l’Occidente proclama con una certa frequenza? Come le guerre sanguinose che sconvolgono molti Paesi del Continente Nero, governati da dittatori amici dell’Occidente, o gli affogamenti di massa dei migranti disperati nel Mediterraneo?

Dello stesso autore: La guerra dei microchip e il disaccoppiamento