An artist and a critic questioning peace/ La dimensione etica di Roberto Barni

Da Kant, an artist and a critic questioning peace/ La dimensione etica di Roberto Barni
Una scultura di Roberto Barni

Caro Roberto, devo confessarti che la pace non è l’argomento che mi tormenta il più ! Ma dopo avere letto il tuo testo, mi sono detto che farei bene  di buttarmi e di farti conoscere il mio parere.

Da quando ti conosco, ho potuto vedere che tu hai sempre introdotto una dimensione etica al tuo lavoro pitturale o grafica. Molti degli artisti odierni hanno voluto spesso stampare un impronta di critica sociale nel loro opere. Tu hai preferito fare delle tue opere un discorso morale senza distruggere loro valore estetica. Tu hai voluto ritrovare lo spirito platonico del Rinascimento italiano: il bene, il buono e il bello fanno parte d’una stessa categoria concettuale: non possono esistere l’uno senza l’altro.

Per darti una risposta che abbia un minimo peso, mi sono immerso nella lettura di Zum Ewigen Frieden (« Per la pace perpetua ») d’Immanuel Kant – un saggio poco studiato oggi ! -, che si era inspirato degli scritti di Gottfried Wilhelm Leibniz, che aveva in mente una filosofia ottimista. Ho trovato nelle sue pagine delle considerazione molto sagge, ma non una considerazione soddisfacente. Che la pace sia un dato universale, infrangibile, che mi sembra andare da sé. Però è consapevole che non si tratta d’uno status naturalis. Si tratta di farlo diventare uno statu instituto. Il più strano nella sua dimostrazione è che esige  una dipendenza delle nazioni ad un unica legislazione, nella prospettiva d’una costituzione che assicuri la libertà e l’egalité nel cuore della repubblica (dobbiamo ricordare che Kant ha ha pubblicato il suo libro in 1795, cioè l’ha scritto durante i momenti i più critici della Rivoluzione francese). Non dobbiamo dimenticare che voleva vedere la creazione d’una costituzione per tutti I cittadini. Questa obiezione mi ha convinto di considerare Kant sotto una nuova luce. Ma non mi ha fornito la direzione dove andare per parlare di questo argomento, anche se il suo discorso si rivela d’un incredibile attualità.

Caro Roberto!

L’Europa di Kant non era in pace quando si è messo in testa di meditare sur questa questione. La Francia rivoluzionaria ha trovato la forza e l’energia di respingere tutte queste monarcie dell’Europa e questi principati alleati. E allora che il giovane e ambizioso officiale Napoleone Bonaparte è diventato generale dell’esercito d’Italia. E mandato in Italia perché è considerato pericoloso dopo il colpo  di stato del 4 Brumaire an IV che fa nascere il nuovo Directoire. Ma sarà un fallimento. E creato il Directoire, con cinque-cento membri . Bonaparte parte in Italia il 12 ventôse an IV per combattere gli austriaci. Allora, gli deputati a favore della monarchia, sempre più potenti) e i giacobini sono maggioritari. Avviene allora il colpo di stato dei giacobini, chiamato la Conjuration des Egaux, il 10 germinal an IV e una dura represione colpice il campo dei realisti. La Terreur sembra essere ristabilita ! Dopo di che sarà costituito il Second Directoire. La campagna d’Egitto, che comincia il 30 thermidor an VII, che si rivela un misculgio di successi e d’insuccessi non impedisce il focoso militare di tornare in Francia per lanciare la seconda campagna d’Italia il 16 germinal an VII che se conclude con il trattato di Campo-Formio. Ti risparmio la tentativa di colpo di stato di Gracchus Babeuf e quello dei fedeli dell’Ancien Régime. Tutto questo caos finisce il 18 thermidor an VIII (novembre 1799) quando i soldati fanno uscire con la forza I membri dello consiglio degli Cinque-Cento fanno cadere il Directoire, con l’abbé Sieyès e Paul Barras come principali fomentatori. Al Directoire succede un Consolat e Bonaparte è nominato primo console. Sarà fatto console a vita nel 1802. Il resto, tu lo sai bene: l’impero nascerà due anni dopo.

Vedi: questo periodo per lo meno complesso è un miscuglio di azione politiche violente e di guerre.La pace non è altro che una pausa. Dobbiamo ricordare che Napoléon noin partiva in campagna senza portare con lui una racolta di poesia, quella dei Canti di Ossian, son of Fingal, tradotta in francese da Chateaubriand. Souviens-toi: Napoléon  grand héros écossais e d’una poetessa,  ispirato della letteratura medievale. E uscito per la prima volta ne 1760. Ha avuto un grande successo e fu ristampato varie volte.

Relata una serie di battaglie sanguinose e sempre tragique che sono all’origine della morte di tutti i compagni di Fingal. Il barde piange sulla morte di tutti questi straordinari guerrieri.

Jacques-Dominique Ingres l’ha in un grande quadro che è una di suoi opere le più famose.  transposé dans un grand tableau, tout comme François Gérard,

E tu ? Cosa pensi ?

Dal canto mio, questa pax perpetua n’é altro che il frutto d’un sogno, Kant ha preso il posto di Ossian e ha concepito delle legge che sono le sorelle di quelle che Napooléon aveva stipulato per la fine dei conflitti in Europa e il buon governo del suo impero…