Julius Evola, il suo Abstract Art cento anni dopo

Nella immagine a colori si vede, sopra parte del testo di un libro, un occhio sinistro e, a destra, tre buchi. Sotto questo pseudo volto si legge la scritta "attraversando Julius Evola"
Vitaldo Conte, Attraversando Julius Evola, 2005

La parola sconfinante di Julius Evola, nel movimento Dada, è da intendere in una estensione totale. Non è restringibile solo agli aspetti della poesia verbale, ma anche ai suoi sconfinamenti nel suono-rumore interiore e nell’immagine artistica. Naturalmente questa sua parola, usata in svariate possibilità espressive, sottintende sempre quella teorica e del pensiero. Ciò avviene naturalmente nell’edizione di Arte Astratta (Collection Dada, 1920), che è considerata la sua prima pubblicazione. In questa convivono, infatti, la posizione teorica, 10 poemi, 4 composizioni (visive).

 

Questa creazione sconfinante richiede esistenze differenti per trovare la consapevole totalità del proprio procedimento. L’idea di arte totale o di sintesi delle arti è presente nelle avanguardie storiche che Julius Evola ha attraversato: il Futurismo e il Dada. L’autore stesso rifiuta di distinguere e separare i momenti significativi del proprio percorso culturale. Ne rivendica il senso complessivo e la continuità fra l’espressione artistica e il percorso filosofico: «Nell’essenziale, sussiste una continuità attraverso tutte le varie fasi della mia attività». In maniera similare non delimita i confini della stessa espressione artistica: «Chi possiede un solo mezzo espressivo, non è artista».

 

La lettera alfabetica (riconoscibile o accennata) è presente nell’arte dada di Evola: in maniera singola, in dialettica con altre lettere o all’interno di una parola. Questa vuole esprimere, secondo la rappresentazione artistica, una presenza dai molteplici significati. Ciò avviene nell’uso alchemico della lettera A, visibile nel disegno a penna Composizione n. 3 (1919), pubblicato su Arte astratta (1920). L’A diviene una presenza centrale nella Composizione n. 19  (olio su cartone, 1918-20): opera nella quale è espressa l’Alchimia che si esplicita nel tema della rappresentazione e dell’espressione pittorica, nel suo farsi e creare parallelismi con l’Arte Regia.

Nella Composizione (Paesaggio) Dada n. 3 (olio su tela, 1920-21) la grande lettera D e la lettera A, ripetuta in successione orizzontale, alludono probabilmente alle lettere di Dada, divenendone un riferimento. Nella stessa opera è leggibile la parola évidemment, che viene ripetuta dalle voci di Hhah e Ngara nel poema La parole obscure du paysage interieur.

 

L’adesione di Evola al Dada e l’uscita di Arte Astratta avvengono nel 1920. Per celebrare il centenario alcuni intellettuali si sono collegati, i primi giorni di dicembre, in una video-conferenza.

 

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VITALDO CONTE 35 Articoli
Teorico e storico dell’arte, scrittore, poeta e docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Roma e a contratto all’Università di Catania. Artista e performer, ha curato mostre ed eventi in Italia e all’estero.