Il liberalismo e lo scontro di civiltà

Il liberalismo e lo scontro di civiltà

La storia non è finita

Francis Fukuyama, dopo aver profetizzato nel 1989 la ‘fine della storia’, per il crollo del comunismo e l’avanzata dei sistemi liberali,  ha cambiato le sue prospettive. Ora riconosce che l’ostilità al liberalismo è molto diffusa nelle stesse società liberali e che la lotta per la sua affermazione è ancora in corso. Dunque, sarebbe attuale lo scontro tra liberalismo e altre civiltà. Nel corso del 2022 Fukuyama ha infatti pubblicato, presso Utet,  Il liberalismo e i suoi oppositori. Nel libro esamina dettagliatamente tutte le opposizioni alla concezione liberale (nazionalismo, individualismo, complottismo, scetticismo antiscientifico, identità religiose, ecc…), smontandole una ad una.

Lo scontro tra civiltà e liberalismo in conflitto

Rimane però in piedi un altro pericolo tutto esterno alle società liberali, quello teorizzato da Samuel P. Huntington (Lo scontro delle civiltà 1993, Garzanti 2021).  Per il politologo americano la civiltà occidentale e del liberalismo rischiano nello scontro con altre civiltà, come quella  sinica, islamica, africana, latino americana, induista, ortodossa, buddista, giapponese. Di queste alcune non sono in conflitto, anzi cooperano tra loro (occidentale-africana-latino americana; islam-sinica-giapponese; ortodossa -indu); altre sono in concorrenza ma non in conflitto (occidente – giapponese – indù – ortodossa; sinica-ortodossa); altre ancora sono in esplicito conflitto (occidente vs islam; occidente vs sinica; indu vs sinica, giapponese vs ortodossa; islam vs ortodossa; africana vs islam).

Il liberalismo invidiato ma pericoloso

Huntington così riepiloga la civiltà occidentale. “L’Occidente si differenzia dalle altre civiltà non per il modo in cui si è sviluppato, ma per la peculiarità dei propri valori e delle proprie istituzioni. Queste comprendono il cristianesimo, il pluralismo, l’individualismo e lo stato di diritto, che ha permesso all’Occidente di inventare la modernità, espandersi in tutto il mondo e suscitare l’invidia di altre società”.  Sostiene inoltre che l’universalismo dei valori occidentali, esportati ovunque e da noi ritenuti i migliori esistenti, è da un lato immorale e dall’altro pericoloso per il mondo, perché potrebbe portare ad una guerra mondiale. In sostanza il liberalismo si scontra ancora violentemente con altre civiltà, e la sua vittoria non è affatto certa.

La Russia stato guida dell’ortodossia

Per contro, secondo Huntington, occorre unicamente “preservare, proteggere e rinnovare le qualità della civiltà occidentale”, con diversi atteggiamenti, tra i quali frenare lo sviluppo della potenza militare convenzionale e non dei Paesi islamici e sinici. Oltre ad ‘accettare la Russia come stato guida dell’Ortodossia e come grande potenza regionale con interessi legittimi alla sicurezza dei propri confini meridionali”.

Nulla di troppo

Un invito particolarmente attuale, che senza giustificare la prepotenza bellicistica della Russia, lascia a quest’ultima una possibile,  temporanea, predominanza in limitati ambiti regionali e religiosi. Un invito che coincide con la strenua difesa del liberalismo di Fukuyama, e con l’invocazione, da parte di quest’ultimo, dell’antico principio greco della medèn àgan (nulla di troppo, scolpito nel tempio di Apollo in Delfi). Vale a dire la moderazione, in tutte le attività umane, comprese quelle politiche, che implica “uno sforzo deliberato di non ricercare la massima emozione o la piena realizzazione”. Moderazione oggi invece vista come un limite interiore, da superare in nome di una bulimica, illimitata, spocchiosa, egotista, felicità umana individuale.

Dello stesso autore: Diritto, potere, Grundnorm