Il cantiere Milano riparte

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Lentamente la politica prende atto della transizione. Gli spin doctor e i sondaggisti sono al lavoro. Il  Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen viene applaudita alla Bocconi. Nel suo intervento ricorda con generosità lo straordinario spirito imprenditoriale milanese. Ma più importante è quello che tace.

Dopo il 1918 e il 1945, ma erano anni di guerra, per la terza volta nella sua storia l’Italia ha un indebitamento pari al 160%, del PIL. La Germania garantisce con la sua forza reputazionale il Recovery Fund. Milano è al centro degli interessi dell’industria tedesca, quindi nessun fallimento. Il nuovo triangolo industriale, di Lombardia, Emilia, Veneto, di cui Milano vuole continuare a essere la capitale, vale in termini di import/export con la Germania più della Corea e di molti altri paesi asiatici.

Dopo la visita dell’ambasciatore francese anche la Von der Leyen ricorda chi ha voce in capitolo. Le elezioni di Milano, primavera 2021, sono anche un assaggio di quelle della Lombardia l’anno seguente ma non sono semplicemente delle elezioni locali. Vincitore chi esprimerà meglio che cosa gli inquieti e infedeli elettori di queste due entità vogliono. Promettere un welfare e una sanità migliore per temperare la fatica e ansietà di cittadini è la ricetta più semplice. In vetta sta il problema di come combinare la “fatica fiscale della Lombardia e di Milano”, pagatrici nette a livello nazionale, con i fondi necessari alla ripresa.

Nel passato recente dopo la crisi del 2008 parte della soluzione è stata un’espansione avventurosa dell’offerta, dal Food, al Design, ai servizi commerciali fino alla ristorazione, all’aumento della popolazione studentesca, alle fiere di ogni possibile settore merceologico. Il Comune di Milano ha appoggiato tutto. Un buffet apparecchiato con stravagante abbondanza che poi ha attirato una domanda golosa. Grazie a questa ricetta Milano esce in solitaria dalla crisi del 2008 e cavalca sempre in solitaria il decennio. Ora valgono i contesti, i legami.

L’ambasciatore francese e la Von der Leyen ricordano a tutti gli uomini politici milanesi chi sono i giocatori in campo e i loro legittimi interessi. Alle forze politiche locali lenire le ferite dei cittadini che si sentono deprivati dalla globalizzazione e vittime della fatica fiscale. Hanno perso rango, reddito, sicurezza dei posti di lavoro per sé e per i propri figli. Si sentono di appartenere a una classe media bombardata da una parte dalla concorrenza economica, dall’altra da una meritocrazia ingiustificata. Per gli spin doctor e i sondaggisti è un momento magico e frenetico, nel compito impossibile di mettere assieme realtà aspre e fragili ricette politiche.