Homo homini virus

nella foto a colori si vede in primo piano una tazzina con caffè, un libro aperto e un ramo di fiori bianchi su un tavolo

L’uomo normalmente vede nei propri simili una possibile minaccia, salvo quando riesce ad avere piena fiducia, anche se questa non raramente è seguita da pentimento. Tuttavia, l’uomo è un essere sociale. Aristotele concilia: con riguardo al senso della polis, lo definisce animale politico. Aristotele può avere tutte le ragioni del mondo – avrà pensato Tommaso Hobbes – ma questa sua idea che l’uomo va alla ricerca dell’equilibrio e del controllo del suo istinto, non lo convinceva affatto, perché – diceva – homo homini lupus. Tanto da indicare l’opportunità di passare dallo stato di natura allo Stato che egli raffigura icasticamente nel Leviatano.

In epoca di pandemia globale, l’uomo è portato a sentire l’uomo come amico. Non nel senso hobbesiano di amicizia come necessaria interazione per i propri bisogni e punti di vista. Invece, come essere sodale. Ma anche sotto un altro riguardo: come compagno di sventura. La spinta “virale” a vedere nell’altro uomo un nemico si è tramutata in una sorta di impensabile egualitarismo psicologico e sociale che ha una causa ben precisa, una sola e potente: il Covid-19. Dunque: uomini della terra uniamoci contro il terribile incoronato. Tutti contro uno? Si fa per dire. In questo caso non vige il principio uno vale uno oppure uno vale due. Sarebbe stato bello: tutti contro uno! O perlomeno è uno, sì (ammesso che quell’essere o quella cosa viaggi sempre come singolarità), ma  partenogenetico. Ad una condizione: che un gentile essere umano lo ospiti, e allora si tratta di grande  festa per lui.

Ma non finisce lì. Alla prima occasione di passare ad altro gentile ospite impazzisce e non se la perde mai. Intende assicurarsi la vita eterna, quell’invisibile mostro. E allora altro che sodalizio fra gli uomini contro di lui. Se vuole evitarlo, l’uomo è costretto ad evitare i propri simili, perché homo homini virus.

Dall’illusione del superamento del comportamento da lupi fra gli uomini, in forza appunto dell’esigenza di quell’inedito sodalizio, si passa alla solitudine più feroce, neanche amici stretti e parenti stretti. Cammini per strada e ti guardi intorno a 360 gradi cercando di capire chi sta per superarti o chi sta per venirti incontro; socializzazione azzerata. Davvero peggio di una guerra. Paradossale: ma perché questa condizione homo homini virus possa ridursi significativamente, occorre praticare (il più possibile, per come è possibile) il principio homo homini virus, festività comprese.