Edward Lucie-Smith, poesia, vita, società

Edward Lucie-Smith in piedi. Sullo sfondo due sue opere fotografiche

Figura di spicco a livello internazionale nel campo delle arti, ma anche noto artista-fotografo e poeta. Due anni fa lei ha festeggiato il suo compleanno (84°) pubblicando un’altra raccolta di poesie intitolata “Surviving”. A cosa intendeva fare riferimento?

“Prima di tutto, semplicemente al fatto di essere vissuto così a lungo. A fine febbraio avrò 87 anni. In secondo luogo, al fatto che sono ancora molto attivo nel mondo delle arti, e non a rimuginare in qualche casa di riposo.”

Il volto di Edward Lucie-Smith ritratto in foto

In una delle varie interviste rilasciate, Lei ha parlato del suo attivismo nel campo della poesia, in quanto figura di riferimento, a Londra, precisamente negli anni Cinquanta e Sessanta. Ci racconta quale era il clima sociale e culturale in quella città? Quali sarebbero le differenze con il clima culturale di oggi a Londra?

“Riferimento in quanto ero il presidente e l’organizzatore di un gruppo di poeti (chiamato The Group) che si incontrava nel mio appartamento di Londra ogni settimana. Oggetto di discussione erano i testi delle poesie che erano distribuiti in anticipo. Ogni volta a leggere era solo un poeta. Non è stata un’opportunità aperta a tutti. Non ero io fondatore del gruppo ma l’ho ereditato da Philip Hobsbaum che quando si trasferì a Belfast, ne costituì uno nuovo. Seamus Heaney, il poeta irlandese che avrebbe vinto il Premio Nobel per la Letteratura, era un membro di questo gruppo di Belfast. I due gruppi usavano scambiarsi i lavori che chiamavamo “fogli di canzoni”. Allora il mondo della poesia era molto più piccolo di adesso. La poesia performativa, legata al rap, era meno importante. L’etnicità era meno estesa.”

È nota la sua ammirazione per due importanti personaggi pubblici, che sono anche stati poeti: Sir Thomas Wyatt (XVI secolo) e John Wilmot, Conte di Rochester (XVII secolo). Tutto ciò nonostante la profonda differenza, nello stile e nel tono, con la sua poesia. Quali sono le caratteristiche principali delle due personalità sopracitate?

“La poesia faceva parte delle loro vite, ma certamente non era tutto. Io non ho mai voluto essere un “poeta professionista” perché, in questo caso, si creano forti aspettative.”

Il suo background geografico ha reso ricchissima la sua vita. Le chiedo se, ed eventualmente come, tale ricchezza abbia influenzato le sue poesie e la sua scrittura critica e teoretica, e così pure il suo cammino intellettuale.

Sono figlio dell’Impero britannico, non direi semplicemente britannico. Infatti dal 1630 circa la famiglia di mio padre ha vissuto nella regione caraibica: Barbados, poi Demerara (oggi Guyana),infine Giamaica. Mia madre era discendente di un presidente della British East India Company, vissuto nel 18° secolo. Mio padre e mia madre si incontrarono durante la prima guerra mondiale. Mio padre a quel tempo prestava servizio civile in Giamaica. Quando ebbe notizia della morte del fratello minore – che apparteneva al reggimento indiano dell’ovest e affrontava la guerra in Europa – imbracciò le armi e si trasferì in Europa per combattere. All’inizio del 1918, sotto shock e considerato non adatto a combattere al fronte, diventò fu inviato attraverso la Manica per fare da ADC (Attack Defense Carry) di un anziano generale in congedo che era lo zio di mia madre. Tornò in Giamaica per essere smobilitato nel settembre del 1919, subito ebbe un figlio di razza mista di cui ho saputo solo recentemente. Fu chiamato Dudley, che era l’insolito nome di battesimo di mio padre, ed ebbe un cognome ancora più insolito, Lucie-Smith. Egli ha figli in Giamaica convinti che mio papà e la loro nonna fossero sposati, ma non credo sia vero. Rendendosi conto che in quel periodo non poteva rimanere nel servizio civile britannico con una moglie di razza mista, mio padre tornò in Gran Bretagna l’estate del 1922 e propose a mia madre, che era orfana, di sposarlo. Lei, nella primavera del 1923, lasciò la Giamaica e lo sposò. Io sono apparso nel 1933, a dieci anni dal matrimonio. Mio padre morì di cancro ai polmoni nel 1943. Era un forte fumatore ma essendo depresso non aveva potuto farne a meno. Mia madre abbandonò la Giamaica nel 1946 e mi portò in Gran Bretagna per la mia formazione. Ho vinto una borsa di studio per i figli dei dipendenti pubblici della King’s School Canterbury, e successivamente una borsa di studio completa al Merton College di Oxford. Il mio sospetto è che mio padre mantenesse i rapporti con la sua famiglia alternativa. Fin da piccolo avvertii qualcosa di misterioso nella sua vita. Ma in ogni caso, si trattava di comportamenti tipici della società coloniale vecchio stile.

Entrambe le linee della mia famiglia erano proprietari di schiavi nelle Indie occidentali nei secoli XVIII e XIX. Tuttavia, il mio bisnonno da parte di mia madre era un membro del Parlamento strettamente alleato di Wilberforce.