Jean-Louis Crémieux-Brilhace, la Francia nel 1939-1940

Foto degli anni 40 che ritrae gente in strada che cammina spingendo carrozzine contenenti anziani e bambini.
Le guerre e i libri 

La Grande Guerra ha ispirato un numero notevole di libri, di romanzi (Le Feu) di Henri Barbusse, Les Croix de bois (Croci di legno) di Roland Dorgelès, Voyage au bout de la nuit (Viaggio al termine della notte), di Louis-Ferdinand Céline, per citarne solo alcuni). Oppure memorie come Kolibek: giornale di battaglia di Ardengo Soffici (1918) o anche Giornale di guerra e di prigionia di Carlo Emilio Gadda.

Non bisogna dimenticare anche, sul fronte tedesco, Im Westen nicht Neues (Niente di nuovo sul fronte occidentale) di Erich Maria Remarque e Stahlgewittern (Nelle tempeste d’acciaio) di Ernst Jünger, e una quantità enorme di memorie e giornali di soldati e ufficiali che hanno preso parte a questo conflitto.

 

 La Francia nel 1939-1940

Per quanto riguarda la Francia, il periodo 1939-1940, soprannominato la «drôle de guerre» (la strana guerra), ha ispirato un numero minore di scritti. Si può pensare a Les Décombres (Le macerie) di Lucien Rebatet (1942), che ebbe allora un successo enorme, Un balcon en forêt (Un balcone nella foresta) di Julien Gracq (1958). Opportuno ricordare ancora alla Route des Flandres (La strada delle Fiandre) di Claude Simon pubblicato nel 1960 e Weekend à Zuydcoote (Weekend a Zuydcoote) di Robert Merle (1958), da cui saranno tratti due filmati, il primo girato da Henri Verneuil nel 1964, che ricorda l’episodio di Dunkerque, con il reimbarco delle truppe britanniche.

 

Suite française, un memorabile romanzo

C’è un numero minore di libri di memorie dei combattimenti (ma c’è quello di mio padre, Georges Kosasz, che narra la «sua» campagna in Belgio con i carri armati). Sulle conseguenze della triste battaglia di Francia, c’è solo un libro ma memorabile: Suite française di Irène Némirovsky (1903-1942, morta durante la sua deportazione), che è uscito solo nel 2004 e che ha ricevuto il premio Goncourt a titolo postumo. Irène ha fatto una descrizione feroce e nello stesso tempo molto precisa dell’esodo gigantesco provocato dalla rapida avanzata delle armate tedesche che creò un enorme caos sulle strade del Paese e provocò la morte di circa 100.000 civili, dovuta agli attacchi aerei.

 
Il  saggio di Jean-Louis Crémieux-Brilhace

L’imponente saggio in due volumi di Jean-Louis Crémieux-Brilhace, Folio Histoire, è il primo libro che ci consente di scoprire l’insieme dei problemi, dibattiti e opinioni prima e durante la guerra, le ragioni della disfatta e anche le condizioni sociali, politiche, ideologiche che furono all’origine d’una tale situazione. Esamina tutti i dettagli dei dibattiti dentro il governo di Paul Reynaud, in cui non c’era concordia fra più o meno favorevoli alla guerra, e i pacifisti ad ogni costo. Spiega anche i punti di vista di quel governo e del precedente sulla questione della guerra civile in Spagna, dell’Anschluss, sugli accordi di Monaco di Baviera riguardo ai Sudeti. Poi l’entrata delle truppe naziste a Praga e, infine, il problema del corridoio di Danzica e l’invasione della Polonia che conduce alla dichiarazione di guerra della parte del Regno Unito e della Francia. Fa capire con chiarezza cosa pensavano l’opinione pubblica, la stampa, i parlamentari, i senatori dell’opposizione e i principali dirigenti dei partiti. C’è, inoltre, da prendere in considerazione l’inaspettato patto tedesco-sovietico (è da ricordare che la Francia aveva allora un trattato di alleanza con l’Unione Sovietica). Il partito comunista francese venne messo fuori legge, come tutte le sue pubblicazioni. Questo ha aggiunto altra confusione. 

     

Un puzzle di contraddizioni                  

L’autore è stato capace di ricomporre con cura il complesso puzzle pieno di contraddizioni, d’errori, ma anche di decisioni corrette, come il riarmo dell’esercito francese e il rinnovamento dell’aviazione. Ma c’era il problema di Gamelin, ministro della Guerra, una delle più importanti figure della Prima Guerra Mondiale. Era, come Pétain, un partigiano d’un sistema difensivo, a partire dall’esempio della vittoriosa battaglia di Verdun. La linea Maginot era una fortezza stramoderna e ben attrezzata lungo la frontiera con la Germania. Ma si fermava ai confini del Belgio, Paese amico. I tedeschi hanno scelto un piano audace: passare dai Paesi Bassi e del Belgio esattamente come nel 1914. Le armate francesi e inglesi si sono portate nel piccolo Paese per aiutarlo. Ma, nel frattempo, le divisioni di panzer sono passate dalle Ardenne, reputate invalicabili per i carri armati. Sono andati così velocemente, che si sono trovati in un enorme ingorgo per due giorni. Se lo stato maggiore francese l’avesse saputo, avrebbe potuto stroncare l’offensiva nemica. Ma non è successo niente. In breve, gli Alleati si sono ritrovati accerchiati e hanno dovuto rifluire fino al porto di Dunkerque.

 

La Francia quasi allo sbando

Lì, di colpo, l’offensiva germanica si è fermata. Hitler ha lasciato che gli inglesi, (e con loro un numero notevole di soldati francesi), tornassero senza troppe difficoltà dall’altra parte della Manica. Hitler probabilmente pensava di trattare con i Britannici e firmare una pace separata. Fu il primo dei suoi errori. Ma la Francia, per tre settimane, fu quasi allo sbando. Parigi venne dichiarata città aperta e il governo si rifugiò a Bordeaux. Alcuni membri del governo volevano ricomporre l’esercito dietro la Loira. Oppure trasferire il governo ad Algeri. Ma Paul Reynaud non era in grado di prendere delle decisioni forti. Inoltre aveva scelto Philippe Pétain come ministro della Guerra, cioè il peggiore nemico della Repubblica! Il giovane generale De Gaulle era Segretario di Stato in questo ultimo governo e aveva proposto di trasformare la Bretagna in una specie di fortezza. Non fu ascoltato. Il tempo premeva. Reynaud lasciò il suo posto a Pétain. Quest’ultimo propose subito un armistizio che fu siglato il 22 giugno 1940 a Rethondes, nella foresta di Compiègne (lì era stato firmato l’armistizio del 1918). Charles De Gaulle partì per Londra e pronunciò il suo celebre discorso il giorno dopo. Pétain incontrò Hitler il 24 ottobre a Montoire, dopo il voto delle camere che avevano abolito la repubblica, il parlamentarismo e affidato a lui i pieni poteri. Fu l’inizio del collaborazionismo.

Con Les Français de l’An 40 (I francesi del 1940), Jean-Louis Crémieux-Brilhac ha scritto le pagine che mancavano alla storia della Francia del Novecento, pagine poco gloriose, ma necessarie per capire perché il crollo d’una potenza europea è stato così veloce e tragico. Sarà per molto tempo il libro di riferimento per questo periodo difficile da interpretare e da accettare.