Causa e inizio

nella foto si vede un primo piano di Alda Mercante alla scrivania; i suoi capelli sono ondulati e bianchi e indossa una giacca blu spento

Aldo, quel giovedì, si era svegliato male; colpa del gatto che gli era saltato nel letto già prima dell’albeggiare, e vi incombeva fastidioso e leggero, insinuandosi tra i risvolti della coperta e i lembi spiegazzati e affioranti del lenzuolo. Fuori pioveva e si estendeva l’autunno di un fresco novembre datato 1911.

Il gatto mai aveva dimostrato un così maldestro e mattiniero comportamento ma, in quell’insolita alba, lo aveva disturbato il contegno dell’intera famiglia che si era riunita e che vociferava rumorosamente e insolitamente nella cucina ancora buia. Ed essendo un felino, reagì sgattaiolando lontano dal caos.

E fu allora che Aldo, pur assonnato e infastidito dall’atteggiamento del gatto, percepì infine il vocio proveniente dal basso, e ricordò  con un sussulto che il nonno, il mattino prima, era morto e quel giorno sarebbe stato sepolto. Subito balzò dal letto per scendere di sotto e unirsi ai suoi.  Ma, a metà scala, si bloccò per cercare di capire cosa dicevano.

-“ … ma come… perché mai e chi può essere stato?” mormorava alterata la mamma “ – “… Dio Santo… saperlo per crederlo!… nessun motivo… un tiro orribile… tragico … ma da chi?… e come… e per cosa?”, ripeteva con voce strozzata il padre. Nel frattempo la sorella piangeva ricordando la mitezza del nonno, e la vecchia zia annunciava sentenze di castigo. Infine Aldo superò l’ansia ed entrò d’impeto guardando pallido e muto tutti.

-“… hanno portato via il nonno… dentro la bara… certo dopo la veglia… dopo la mezzanotte … e nessuna traccia…sparito… solo un maledetto nulla di nulla…”, così lo apostrofò stridulo suo padre, e proseguì gridando: “ho chiamato Vittorio e Bruno… che ha chiamato Beni… che ha chiamato Tino… tutti a cercare e a non trovare… e a non capire!…”. E il babbo scoppiò improvvisamente a piangere. E anche Aldo prese a singhiozzare forte, perché era un ragazzino sensibile che amava molto il nonno. 

Il fatto della scomparsa della bara con dentro il morto si verificò infatti dopo la veglia funebre per la salma di nonno Esaù, allorché tutti i partecipanti si erano allontanati dalla casetta situata al limite della campagna bassanese e che il defunto aveva abitato sin da vedovo in volontaria solitudine. E accadde che le sue spoglie, da là trafugate da ignoti, sparirono per sempre; probabilmente interrate in qualche fosso lontano e introvabile.

Esaù era un ebreo divenuto Gentile nonché fervente cattolico che, da morto, creò alla comunità locale un grave problema. Si trattava, infatti, del primo caso di persona che, nata ebrea – pur se divenuta poi cristiana a tutti gli effetti – chiedesse sepoltura nel Camposanto di un piccolo Paese veneto. In una seduta segretissima, svoltasi nella sala consiliare del Comune, scoppiò un duro scontro tra quelli che erano contrari a quella sepoltura inusitata in terra benedetta, e quelli che erano a favore. E vinsero i primi. E qualcuno, per quietare le acque, suggerì con luminosa saggezza che la sparizione delle spoglie di Esaù fosse da considerare la conclusione più ovvia.

nella foto si vede un arazzo poco colorato con disegnate alcune paia di forbici nere.
Arazzo, di Alda Mercante (Alda Casal)

 

ALDA MERCANTE

Alda Mercante (Alda Casal), artista e scrittrice, nasce a Marostica e vive a Milano. Ha studiato all’Accademia di Brera. Inizia l’attività d’artista nel 1964 operando, su incarico della Montedison, nella ricerca per individuare e utilizzare, in relazione alle materie plastiche (particolarmente il Moplefan), nuove e potenziali  espressività per l’arte. Collabora con Giò Ponti nella realizzazione di installazioni, ambientazioni e oggetti speciali per la Rinascente e per Fontana Arte. Brevetta Inoltre nuovi sistemi per trasformare l’uso delle fibre plastiche e trasferire qualità e caratteristiche in soluzioni atipiche. Sperimenta e elabora interventi pittorici su superfici “soft” e mette a fuoco nuovi processi e metodologie per la realizzazione delle sue opere. Attualmente scrive e cura la comunicazione de l’Arca International, rivista internazionale di architettura, design e di comunicazione visiva.

Come scrittrice, ha pubblicato i romanzi L’ultima torre (L’Arca Edizioni, Milano, 2006) e L’Architetto di Peluche (ArcaData, Milano, 2011)

Come artista ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive a partire dagli anni Sessanta. Si citano: Le vetrine della Rinascente di Milano con Giò Ponti (1968); Pittura su vetro da Fontana Arte di Milano con Giò Ponti (1968); PIVICIP, Galleria de Nieburo di Franco Toselli, Milano (1969); Spazi interrotti, da un’idea in Moplefan,  Triennale di Milano (1973); Textilia1 Basilica Palladiana, Vicenza (1989);  Deuxième Biennale des Femmes, Grand Palais, Parigi (1991): Traditi & Mode, Nijmeegs Museum, Kirchliche Darlehnkasse Im Bistrum, Munster Nijmeegen, Olanda (1991); Arte e Architettura, Spazio Ansaldo, Milano (1992); Il mondo di Snoopy,  Roma, Milano, Venezia, 1992-93; Discovery of Italy, Spazio Armani, New York (1993); Artedesign, Spazio Vivre, Milano (1994); La nuova Europa,  alle Zitelle, Biennale di Venezia (1995); 1997 Unimplosive-art, Biennale di Venezia e poi Regione Siciliana, Cefalù (1997); Ritratti e Controritratti, Spazio Annunciata, Milano (1999); Barocco austero/Presenze nel nostro tempo, Ex Monastero dei Benedettini, Università di Catania (2011); Nientedimeno 1945-2000, Biblioteca di Santa Maria Incoronata, Milano (2011).