In una interessante trasmissione televisiva su La 7 il giornalista Andrea Purgatori ha ripercorso, con documenti e filmati di primissimo ordine, tutto l’iter che ha portato alla costruzione della prima bomba atomica.
A posteriori e legittimamente, ci si chiede se la decisione degli Stati Uniti d’America, presa durante il secondo conflitto mondiale, di costruire un ordigno atomico, sia stata eticamente corretta. Personalmente, ritengo di sì.
Alla fine del 1942, l’esito della guerra sembrava ormai scontato e il nazismo era prossimo alla sconfitta. Tuttavia, proprio per questo, era da mettere in conto una reazione rabbiosa basata sulla possibilità di realizzare per primo un ordigno atomico.
La bomba atomica e il progetto Manhattan
Gli Stati Uniti decisero di realizzare il Progetto Manhattan proprio alla fine del 1942. In quel momento nessuno, neanche il genio di Albert Einstein, era in grado di giudicare i progressi ulteriori nella ricerca che i fisici tedeschi avevano fatto in Germania. Questo, a dispetto del fatto che Einstein, fino quasi alla fine degli anni 30 – quando riparò negli Usa – era stato al centro delle ricerche sulla fisica atomica in Germania. Era quindi giusto prevedere, prepararsi per far fronte a tutti i pericoli potenzialmente possibili. Per questo centinaia di fisici provenienti da tutto il mondo, incluso il nostro Enrico Fermi, parteciparono al Progetto Manhattan.
Il 16 luglio 1945 ad Alamogordo, nel Nuovo Messico, gli scienziati raggiunsero il loro obiettivo sperimentando la prima bomba atomica con esiti scientificamente e tecnicamente soddisfacenti. In quel momento il conflitto armato mondiale volgeva alla fine. In Germania anzi era definitivamente chiuso, quindi quel Paese non costituiva più un pericolo sul piano militare. Né, da questo punto di vista, lo costituiva il Giappone. Il paese, a quella data ancora in guerra, non aveva mai sviluppato la ricerca per progettare un ordigno atomico.
Dopo il positivo esito del Progetto Manhattan, gli Stati Uniti d’America, che tante energie umane ed economiche avevano investito in questo progetto di difesa dal pericolo nazista, avrebbero potuto e dovuto ritenersi legittimamente soddisfatti.
Il possesso esclusivo della bomba atomica li rendeva forti e potenti davanti a tutto il mondo. In primis, davanti al Giappone ormai stremato, anche se ancora orgogliosamente e testardamente in guerra.
Dopo la sperimentazione positiva di Alamogordo, nessuno al mondo sarebbe stato in grado di competere nell’immediato sullo stesso terreno con gli Stati Uniti d’America.
Una prova di forza militarmente inutile
La Germania era stata rasa al suolo, il Giappone militarmente ed economicamente non esisteva più. L’Unione Sovietica per alcuni decenni avrebbe avuto ben altro a cui pensare, sebbene durante tutto il conflitto fosse stata alleata leale degli Stati Uniti d’America nella battaglia contro il nazifascismo e sebbene avesse contribuito alla sconfitta della Germania, perdendo però più di trenta milioni di cittadini, tra militari e civili.
Il governo di Harry S. Truman, succeduto a Franklin Delano Roosevelt, decise invece altrimenti. Decise una prova di forza militarmente inutile contro il Giappone che era ancora in guerra, ma politicamente potente contro l’Unione Sovietica. Quest’ultima peraltro era stata sua alleata per poco tempo e per necessità durante il conflitto contro il nazifascismo, ma tornava ad essere ufficialmente il suo nemico numero uno.
Un’azione semplicemente barbarica, criminale, immorale, che avrebbe provocato la creazione del terrorismo mondiale.
Atti di puro terrorismo
Il giornalista Andrea Purgatori durante la trasmissione si è chiesto quasi timidamente se i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki non fossero stati atti di puro terrorismo. E purtroppo lo sono stati. Prendiamone finalmente atto.
Bombardare due città inermi, uccidere centinaia di migliaia di civili, bambini, vecchi, donne, è stato un puro crimine contro l’umanità, puro terrorismo. Gli stessi autori dell’orrendo misfatto non ebbero il coraggio di dire subito la verità, ma lo giustificarono agli occhi dei loro cittadini. La comunicazione ufficiale fu che avevano distrutto pericolose basi militari che però non esistevano affatto in quelle due disgraziate città. Il primo risultato immediato di quell’ignominia fu la crisi di coscienza degli scienziati che avevano ideato, progettato e realizzato la bomba, ma non avevano previsto il suo utilizzo infame. Credo che in massa comunicarono i risultati della loro ricerca ai colleghi sovietici. Questi, malgrado la disastrosa situazione post conflitto mondiale in cui si trovavano, in pochissimi anni (tre) realizzarono il loro primo esperimento atomico. In questo modo riequilibrarono le forze ormai palesemente sbilanciate, ed ormai contrapposte.
Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi. L’impero statunitense aveva tutti i presupposti per poter durare a lungo a beneficio del mondo. Invece, è l’impero che storicamente è durato di meno in tutta la storia dell’umanità. Oggi il primo Paese al mondo è la Cina comunista che fortunatamente non è neppure un impero. E forse non vuole neanche diventarlo, anche se il problema resta purtroppo aperto.