Ancora sangue, si riapre il conflitto israelo palestinese

Questione palestinese: ancora sangue
Foto di Al Jazeera English - Government Complex, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17511930

Hamas e l’attacco a Israele, i palestinesi isolati

Mentre il personale delle Nazioni Unite tenta in ogni modo di creare canali umanitari attraverso i quali rifornire i palestinesi di cibo, acqua e altri beni essenziali, Israele schiera circa 300.000 uomini sul confine con Gaza. Netanyahu dichiara pubblicamente che gli uomini di Hamas saranno uccisi senza pietà e che si farà di tutto per risparmiare la popolazione civile. L’Unione Europea ricorda che i palestinesi non sono Hamas e il Presidente Biden raccomanda che in ogni caso sia rispettato il diritto di guerra.

Le perdite civili

Intanto il quartier generale della Mezzaluna Rossa è stato colpito e nove uomini dell’Onu sono stati uccisi durante uno dei Raid su Gaza. Il segretario Gutierrez dell’Onu manifesta la sua preoccupazione per la possibile apertura di un fronte Nord al confine con il Libano, ma per il momento gli Hezbollah non danno l’impressione di voler attaccare Israele.

Il governo egiziano ha richiesto la sospensione temporanea delle ostilità, per dare il tempo ai civili di allontanarsi dalle aree che presumibilmente nei prossimi giorni saranno teatro di guerriglia urbana. Inoltre rifornisce di beni di prima necessità i palestinesi attraverso il valico di Rafah nel Sinai.

Le sovvenzioni

Sul piano della ricerca delle responsabilità il Wall Street Journal sottolinea il fatto che nel 2021 Hamas ha ricevuto in valute digitali 41 milioni di dollari in valute digitali e 91 milioni sono andati al Palestinian Islamic Jihad. Gli 007 Usa ritengono l’Iran estraneo a queste sovvenzioni, che invece proverrebbero da istituzioni islamiche di tutto il mondo operanti in diversi ambiti.

La questione palestinese mai risolta

Ci si chiede come sia potuto accadere che la diplomazia internazionale, per molti anni, abbia ignorato la questione palestinese. E – ancora di più – ci si chiede perché proprio nelle settimane in cui sembrava che l’Arabia Saudita fosse pronta a riconoscere ufficialmente lo Stato Israeliano sia scoppiato questo feroce conflitto. In altre parole, c’è chi rema contro la pace per ragioni non del tutto comprensibili. Resta da sperare – come ha detto il segretario dell’Onu Guterres – che non si tratti dell’inizio di una nuova escalation in Medio Oriente.

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