Cent’anni fa Aleister Crowley si installa a Cefalù

IV.

Un’altra passione di Aleister Crowley è la pittura, verso cui è particolarmente predisposto, pur non avendo una specifica preparazione: «Non ho mai studiato arte e non intendo mai farlo». Incomincia a disegnare in maniera caricaturale. Poi si avvicina al ritratto, cercando di cogliere le caratteristiche psicologiche della persona da rappresentare. Pur non avendo un proprio stile, sceglie le immagini e le espressioni che, di volta in volta, gli sembrano più idonee, riferendosi ai pittori che sono congegnali a queste. Si definisce “pittore vergine”: «Non chiamatemi cubista o futurista, io sono un impressionista del subconscio, la mia arte è automatica». A volte s’ispira agli assunti teosofici di pittori come Mondrian e Kandiski, che cercano di raggiungere la comprensione delle leggi dell’Universo attraverso le sue componenti spirituali e fisiche.

Aleister Crowley rifiuta il realismo come fine della creazione. Sostiene che la passione è l’unica qualità veramente artistica: l’autore può non essere responsabile della sua opera, in quanto il risultato «è proporzionale al grado della sua assenza quando l’opera viene compiuta. L’assenza perfetta di illusione (cioè di ego)» (K. Grant). Ama paragonarsi all’artista francese Paul Gauguin, sino al punto di sentirsi «tormentato da lui»: come lui ha scelto l’esilio.

Nella Chambre des Cauchemars (Camera degli incubi) dell’Abbazia di Thelema ci sono, come significazioni del suo pensiero, immagini dipinte: corpi nudi che si uniscono freneticamente in pratiche magico-sessuali; simboli di divinità pagane; figure diaboliche coinvolte in riti; esseri che si accoppiano con gli animali. Aleister Crowley dipinge anche porte e finestre con immagini mostruose e colori vivaci, a cui seguono paesaggi dai toni delicati come acquarelli. Gli elementi principali, rappresentati sulle pareti, sono la terra, il cielo, l’inferno, che vengono espressi con “orge” di colori e immagini sensuali. La sua intenzione consiste nel rappresentare la natura malade (titolo di un dipinto) con la sua varietà di forme e colori, che spinge i discepoli all’indifferenza verso il sesso.

Lo scopo delle rappresentazioni di Thelema è quello di purificare, attraverso la contemplazione, le persone e le loro menti. Anche chi non è interessato a questa possibile pratica può essere “segnato” dalla sua visione: per le inquietanti particolarità di questo estremo idealismo; per la passione erotico-sessuale esibita che “sfocia” nella follia ossessiva. Aleister Crowley vuole “liberare” il soggetto dalla paura della realtà e dai fantasmi da esso determinati, “disarmando” gli spettri che tendono a minare l’anima dell’essere.

Questo processo risulta simile a quello di una pratica psicanalitica. I candidati per questa iniziazione vengono preparati con un cerimoniale segreto, prima di passare la notte nella stanza. Le figure sulle pareti s’incarnano per confondere e ossessionare lo spirito di chi osa sfidare la loro malvagità. Coloro che superano la prova divengono immuni da ogni infezione, provocata dalle idee del male che s’inseriscono fra l’anima e il divino, ottenendo il dominio delle loro menti. Il significato è che tutta la vita è una: ogni varietà di vita entra in contatto più intimo con ogni altra varietà. Lo scopo di ogni essere è quello di trovare la verità e la gioia in ognuno di questi contatti.

I dipinti di Aleister Crowley, che ammette di non avere “precisione meccanica”, hanno comunque una forza primitiva e un intenso senso del colore. Un critico d’arte, in occasione della sua mostra a Berlino nel 1931, nota: «I suoi quadri sono interessanti perché rivelano un’anima complessa pervasa da una moltitudine di visioni fantastiche». Non tutti i quadri hanno un titolo: alcuni sono indicati in base al catalogo di questa mostra. Solo i primi lavori sono siglati con il proprio nome: dopo il 1918 comincia a firmare con la sua caratteristica A fallica. In Boca do Infierno, un acquerello su carta del 1931, scrive all’amante Hanni Jager: «Io non posso vivere senza di te. L’altra bocca d’inferno mi avrà, ma non sarà tanto calda come la tua».

 

V.

Durante i funerali per la morte di Aleister Crowley (1 dicembre 1947 in Inghilterra, ad Hastings) i partecipanti declamano una sua poesia, un Inno a Pan, che è ancora raccolto dai suoi fedeli: «Vieni attraverso il mare della Sicilia e dell’Arcadia! Vagante come Bacco, con i fauni e pardi e ninfe e satiri per guardie … Vieni a me, a me! Vieni insieme ad Apollo in abito nuziale … (…) vieni attraverso il mare … Vieni col flauto e la zampogna! … Fai ciò che vuoi come può fare un dio … manichino, fanciulla, ninfa, uomo … nella forza di Pan …».

Il regista Kenneth Anger gira nel 1954 un fantastico cortometraggio intitolato Inauguration of the Pleasure  Dome, che s’ispira ai rituali di Aleister Crowley a Thelema: «La nuova fioritura di satanismo negli anni Sessanta non è nata dal nulla ma da una lettura di Crowley filtrata dai suoi tardi discepoli californiani Jack Parsons e Kenneth Anger» (M. Introvigne). Anger decide poi di andare a Cefalù, nella primavera del 1955, per cercare documenti che gli permettano di realizzare un altro film sul periodo che Crowley trascorse in questo luogo. Prende in affitto una parte della villa abitata da lui per lavorarci. Raschiando le pareti della costruzione, riesce a liberare dall’intonaco le sue pitture che ritornarono così visibili. La giornalista Jenny Nicholson scrive: «La luce illuminò il volto di Leah, dipinta nuda con colori ad olio densi e brillanti (…) ritratti di discepoli nudi in atto di fare cose innominabili a vicenda». La Nicholson indica che i colori sono a olio, mentre comunemente si era parlato di affreschi.

Aleister Crowley crea anche dei tarocchi che disegna e che sono dipinti da Frieda Harris. Questi evidenziano una grande fantasia nell’elaborazione delle varie figure allegoriche.

La sua volontà di creare una religione magico-erotica ha influenzato e influenza, in maniera sotterranea, gli ambienti della cultura contemporanea, con trasversalità imprevedibili: nella  letteratura, pittura, musica. È anche descritto come l’eroe sconosciuto degli hippies. Da molti anni è popolare, infatti, nel mondo della musica rock: protagonisti vecchi e nuovi lo citano variamente; diversi gruppi musicali nascono riferendosi esplicitamente a lui e alla sua magia sessuale.