La nuova lotta di classe

lotta di classe oggi, disegno di Karl Marx con vignetta
Disegno di Ben Bestetti
Lotta di classe oggi ai tempi del Covid

Qualcuno, qualcosa avrà tolto a ogni umano di questa terra metà della sua vita. Per quanto tempo? Sarà sufficiente tutto ciò a innescare una nuova lotta di classe oggi? Dall’inizio della pandemia (a quei tempi si chiamava diversamente, o non veniva neanche chiamata) fino a quando il virus non sarà più un problema. Supponendo, con ottimismo, che questo accadrà alla fine del 2021. Il decurtamento della vita sarà stato di un anno. Perché?

Ecco l’elenco dei perché: tutti i riti quotidiani di disinfestazione, sanificazione; lavaggio frequente delle mani; l’andare in giro, con rischio, nella ricerca disperata e quasi sempre vana, di alcol, mascherina, guanti usa e getta e affini. Non ultima cosa, l’allentamento dei ritmi in ogni cosa, in ogni gesto normale, persino banale. Nulla che si possa fare in modo avventato o distratto. Prima pensi alle possibili conseguenze del gesto che stai per fare, e poi agisci. E allora forse, la sommatoria dei tempi per questi riti potrebbe andare oltre il 50 per cento della vita.

Tutto qui? Magari. Lasciamo stare i disgraziati (spesso mal-trattati) che ci hanno rimesso la pelle e che ci rimetteranno la pelle. Sotto questo aspetto, non si tratta di danni, ma di genocidio, o di generazionicidio o di greggiofilia o di evoluzionismo indotto. Ma non è tutto qui. Coloro che, a qualsiasi grado contagiati (con gravi crisi superate, con segni clinici lievi o privi persino di sintomi; i numeri veri forse un giorno li sapremo), ne sono poi felicemente usciti potrebbero accusare nel tempo imprevedibili conseguenze sulla propria salute.

Tutto qui? Magari. Contagiati e non contagiati avranno patito per lungo tempo un vero incubo, paronia, angoscia, panico, stress all’infinito: tutte cose che lasciano il segno. Salvo che non fossero presi da interessi travolgenti, come è il caso degli amanti del potere e dei grandi soldi: pulsioni inarrestabili.

Tirate le somme, risulta plausibile l’ipotesi che ogni essere di questa terra avrà perso anni della sua vita.

Questi i rilievi oggettivi. Come oggettive sono le cause. Si dice cause e non colpe. Le cause sono, appunto, inoppugnabili, le colpe (che peraltro rimanderebbero ai fenomeni, frequenti, di complottismo internazionale) sono ipotesi da verificare. Precisato questo, sarebbe reticenza non dire che, agli inizi, causa e colpa si sovrappongono nella gestione dell’informazione da parte della Cina.

Risarcimento danni, come nel dopoguerra? Teoricamente ciascun danneggiato in qualsiasi parte del mondo potrebbe richiederlo. Ma ciò che dovrebbe preoccupare, sul piano concreto, è il dopo.

Nuove contrapposizioni

Questa pandemia ha reso esplicito lo scoppio latente di una nuova lotta di classe. Borghesia? Operaio? Padrone? risultano cose d’altri tempi Nell’epoca del 5G e seguenti. Oggi si gioca di massimi sistemi. La lotta di classe oggi è pur sempre basata sull’economia e sull’ideologia. Quest’ultima ha perso di forza al punto da far dire che era scomparsa. In realtà, si è massimizzata, fondamentalizzata.

La nuova lotta di classe al giorno d’oggi è tutta qui: da una parte una policy economica che tiene in considerazione l’individuo quale componente della società, dall’altra, una policy economica basata sull’idea di massa. Contrapposizione decisa, quindi, tra individuo e massa.

Certo, ci sono occasioni in cui, pensando alla gente nel mondo, viene privilegiata l’idea di massa. Ma una cosa è farlo con l’implicito appellativo di amorfa, manipolabile o sfruttabile, altra cosa è considerarla come totalità, cioè sommatoria di individui. E magari individui pensanti (ognuno è un pensatore quotidiano, oggi). In questi momenti in cui siamo portati a prefigurare il futuro, sarebbe errore enorme chiudere gli occhi o non tenere in debito conto questa dicotomia.

Non c’è possibilità di equilibrio né di compromesso tra i due poli. Sono posizioni irriducibili: la corda o la tiri da una parte o la tiri dall’altra. Diversamente dalle vecchie dialettiche socioeconomiche attive parimenti in qualsiasi nazione, oggi questo accade in termini di geopolitica e geocultura. Il riferimento da fare è alle aree geografiche o nazioni dove si gestiscono le masse amorfe e aree geografiche o nazioni dove si privilegia la totalità, la sommatoria degli individui.

Dopo il covid

Lo scenario, a questo punto, appare chiaro. Cosa farà la Cina? Lo si sa bene. Riprenderà il suo espansionismo-colonialismo che peraltro ha messo radici sulla base di infinite trattative economiche, a livello statale e privato, in tanta parte del mondo. La défaillance pro Cina dell’OMS è assai significativa, specialmente adesso, avendo quell’istituzione internazionale dichiarato che quella che sembrava una speciale attenzione alla Cina era in realtà un trucco per metterla in scacco.

Purtroppo, l’unica figura rilevante che controbatte si chiama Donald. Ma anche se volge tutto a suo tornaconto, le motivazioni del suo agire sono ben fondate e stabili, come l’incontro previsto per settembre con India, Corea del Sud, Australia (improbabile, anche se auspicata da Trump, la presenza di Putin). Questo indipendentemente dal fatto che ciascuno dei due colossi, Usa e Cina, ha i propri panni sporchi da lavare in casa: chi l’eccidio di Minneapolis, chi il bavaglio a Hong Kong, e così via contraddicendo.