
Cosa vuol dire fare il giornalista? Cosa vuol dire fare domande scomode? Ci sono domande illegittime? Sembrano, nel 2025, domande futili e superate. Ma non è così.
Il caso Nunziati: licenziato per una domanda su Israele e Gaza
Una domanda “scomoda” costa il posto di lavoro
Il 13 ottobre 2025, durante una conferenza stampa della Commissione europea a Bruxelles, il giornalista Gabriele Nunziati, corrispondente dell’Agenzia Nova, pone alla portavoce Paula Pinho una domanda destinata a costargli il lavoro: “Avete ripetuto più volte che la Russia dovrebbe pagare per la ricostruzione dell’Ucraina. Pensate che Israele dovrebbe pagare per la ricostruzione di Gaza dato che ha distrutto quasi tutta la Striscia e le infrastrutture civili?”
La portavoce definisce la domanda “molto interessante” ma dichiara di non voler commentare. Il video della conferenza stampa inizia a circolare sui social media, generando discussioni sulla presunta disparità di trattamento tra i due conflitti da parte delle istituzioni europee.
Il licenziamento
Tra il 15 e il 23 ottobre, Nunziati riceve diverse telefonate dai vertici dell’Agenzia Nova. I toni sono descritti come “abbastanza tesi”, con la domanda posta a Bruxelles al centro delle discussioni. Il 27 ottobre arriva la lettera di interruzione del rapporto di collaborazione.
La difesa dell’Agenzia Nova
L’Agenzia Nova ha replicato sostenendo che Nunziati “ha posto alla portavoce della Commissione Europea una domanda tecnicamente sbagliata”. Secondo l’agenzia, il problema principale è che il video è stato “ripreso e rilanciato da canali Telegram nazionalisti russi e dai media legati all’Islam politico in funzione anti-europea, creando imbarazzo all’agenzia”.
Nella comunicazione ufficiale, Nova ha spiegato che “la differenza tra le posizioni di Russia e Israele è stata più volte rappresentata al collaboratore, il quale tuttavia non ha compreso la sostanziale e formale differenza di situazioni e ha anzi insistito nel ritenere corretta la domanda posta, mostrandosi così ignaro dei principi fondamentali del diritto internazionale”.
La posizione della Commissione europea
La Commissione europea ha chiarito di essere completamente estranea alla vicenda, affermando attraverso la portavoce Arianna Podestà: “La Commissione non ha contattato l’Agenzia Nova in merito a questa questione”. Bruxelles ha inoltre sottolineato che “attribuisce la massima importanza alla libertà di stampa” e che “è sempre disponibile a rispondere a tutte le domande nel contesto della conferenza stampa di mezzogiorno”.
Un caso emblematico
L’europarlamentare e giornalista Sandro Rutolo ha inquadrato l’episodio nel contesto più ampio della libertà di stampa in Italia: “Nel 2024 sono state circa 519 le minacce subite dai giornalisti italiani”. Rutolo ha ricordato che il compito dei cronisti “non sia l’intrattenimento, ma porre domande che possono risultare scomode”.
Il caso Nunziati solleva interrogativi fondamentali sulla libertà di stampa e sul diritto-dovere dei giornalisti di porre domande anche scomode, specialmente quando riguardano temi di rilevanza internazionale. La vicenda ha riacceso il dibattito sul cosiddetto “doppio standard” nell’approccio ai conflitti internazionali e sui limiti dell’informazione libera in Italia.
Il futuro del giornalismo
Le parole, ci hanno insegnato, hanno il potere di cambiare la storia. Noi rimaniamo fiduciosi che sia così per il bene della democrazia, intanto hanno cambiato la storia personale di chi ha posto una domanda. La vicenda è ancora in corso e continua a suscitare reazioni nel mondo del giornalismo e della politica italiana ed europea.
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