Roberto Calasso, a master of style and depth – La sua lezione di stile e di profondità

la foto a colori mostra lo scrittore Roberto Calasso a mezzobusto che indossa una giacca e gilet blu e camicia bianca a righe blu
Roberto Calasso

A few days ago (July 29) Roberto Calasso, an eclectic writer and editorial director of Adelphi publishing, died in Milan, at the age of eighty, after having fought against his desease for years.  With a kind of prophetic timing, in the same day of his death Adelphi published his latest works, Mémé Scianca and Bobi.

In both books Calasso writes about himself. The first, bearing a title coming from his playful pseudonym, is an autobiography that he formally addresses to his children, focusing on an age that in spite of resulting “uncertain and smoky”, deserves to be rediscovered. Actually, the story refers to his amazing childhood in Florence, in the context of the war and the post-war period when he also began to be interested in music and literature. Bobi is Roberto Bazlen, a writer, critic and translator, mentor of the young Calasso, as well as a co-founder of Adelphi.

The genesis of Adelphi

The term Is Greek (ἀδελφοί) and means “brothers”, to suggest the intellectual and emotional partnership among the members of the founding group. The logo is a Chinese pictogram, known as the ‘new moon pictogram’. It symbolizes death and rebirth.

The idea and the “manifesto” of the publishing house go back to the 1962. It is Roberto Bazlen, Luciano Foà and Calasso who worked out the project in less than one year. With Roberto Olivetti as co-founder, the publishing house came true.  In 1971 Calasso took over the role of editorial director, and over the time he became  managing director (in 1990) and president, in 1999.

Thanks to him, Adelphi has over time become the innovative, bold and pioneering publishing house as it is still today. The choices for the catalog are tied to his deep interest in literary: authors who have never been taken for granted, others introduced in Italy for the first time. Anyway, everything under the sign of a constant loyalty towards a basic philosophical vision which at the same time belongs to his works.

Between myth and philosophy

Calasso’s books Ruin of Kasch (1983), The Wedding of Cadmus and Harmony (1988; it immediately becomes an international bestseller), Ka (1996), and The Celestial Hunter (2005) testify his love for mythology and Eastern and Western philosophies.  He is a great and necessary figure in the literary environment, thanks even to a fascinating esoteric style combined with a  let’s say hostile language and content. Calasso pushes us to humility and Adelphi still allows us to confront with stimulating texts. We thank you, maestro Calasso, for the whole of your contributions. For now, goodbye.


La sua lezione di stile e di profondità

“Ade accennò un sorriso con le sopracciglia: non abbiamo notizia di un sorriso più misterioso di quello che increspò allora la fronte del signore dei morti. Era il sorriso di colui che sa, e segnala con quel lieve cenno la sua distanza da tutto ciò che avviene“. (Roberto Calasso, Le nozze di Cadmo e Armonia).

Scrittore eclettico e direttore editoriale della casa editrice Adelphi,  Roberto Calasso è morto a Milano pochi giorni fa (il 29 luglio), a 80 anni, dopo anni di lotta con la malattia. Con una tempestività oserei dire profetica, nel giorno stesso della sua morte, Adelphi pubblica le sue due opere ultime, Mémé Scianca e Bobi.

Con queste Calasso finalmente si racconta. La prima, intitolata con un suo giocoso pseudonimo, è l’autobiografia che un padre regala ai suoi figli, e fortunatamente a tutti noi lettori, di un’età che appare “incerta e fumosa” ma che si sente il bisogno di riscoprire. È il racconto della sua mirabolante infanzia, vissuta a Firenze, tra il ricordo fra guerra e dopoguerra e la scoperta della musica e della letteratura. Bobi, invece, è proprio Roberto Bazlen, scrittore, critico e traduttore, mentore del giovane Calasso, nonché cofondatore di Adelphi.

La genesi di Adelphi

Il termine è greco (ἀδελφοί) e significa “fratelli”, a suggerire il sodalizio intellettuale e affettivo dei soci fondatori. Il logo è un pittogramma cinese, noto come «pittogramma della luna nuova», e simboleggia la morte e la rinascita.

L’idea e il “manifesto” della casa editrice nascono nel 1962. Sono Roberto Bazlen, Luciano Foà e lo stesso Calasso a elaborare il progetto e in meno di un anno, con Roberto Olivetti in qualità di cofondatore, la casa editrice è già realtà. Calasso ne assumerà la guida come direttore editoriale dal 1971, per poi diventare consigliere delegato nel 1990, e presidente nel 1999.

Grazie alla sua dedizione, Adelphi è diventata nel tempo la casa editrice innovativa, audace e pionieristica che è oggi. La scelta del catalogo, che comprende autori mai scontati e spesso introdotti in Italia per la prima volta, riflette la vastità e la profondità dell’interesse letterario del presidente e la costante lealtà nei confronti di una visione filosofica di fondo che si palesa anche nelle sue opere.

Calasso tra mito e filosofia

Testi come: La rovina di Kasch (1983), Le nozze di Cadmo e Armonia (1988), che diventa immediatamente un bestseller internazionale, Ka (1996) e Il cacciatore celeste (2005) rivelano l’amore dell’autore per la mitologia e le filosofie orientali e occidentali. Lo stile fascinoso ed esoterico combinato a linguaggio e contenuti ostici hanno reso questo autore grande e necessario in un ambiente letterario sempre più propenso alla banalizzazione dei temi pubblicabili. Calasso ci costringe all’umiltà e Adelphi ci permette ancora di confrontarci con testi stimolanti. Per questo la ringraziamo, maestro e, per ora, le diciamo addio.