Il continente europeo ha bisogno di sicurezze
Gli anni della presidenza Von der Leyen hanno posto in evidenza in maniera chiarissima i problemi con i quali dovranno misurarsi i leader della prossima legislatura europea. La pandemia del Coronavirus, l’aggressione russa all’Ucraina, la crisi energetica e il controllo dell’immigrazione hanno avuto in comune il fatto di portare in primo piano l’esigenza primaria della sicurezza del continente nei suoi vari aspetti. Intendiamo sicurezza sanitaria, sicurezza militare, sicurezza sulle fonti di energia e sicurezza dei confini. Dire sicurezza significa dire forza e dire forza significa dire unità ed efficienza di istituzioni e strutture produttive. In un mondo multipolare in cui la pace è minacciata sia da guerre in corso, sia da un rinnovato scontro fra totalitarismi e democrazie, che non promette nulla di buono, lo sforzo verso la federazione degli Stati europei non è una scelta quanto piuttosto una necessità.
Occorre un nuovo nazionalismo europeo forte e partecipato
Gli shock vissuti dai popoli dei 27 hanno messo in luce ciò che ci si aspetta dalla nuova governance europea. È apparso chiaro che ai problemi che superano l’ambito nazionale si può rispondere efficacemente solo a condizione di fare dell’Unione Europea una vera federazione. Si intende con ciò che i singoli Stati non potranno sempre fare scelte autonome e differenziate, ma dovranno convergere su una strada comune, deliberata da organi centrali democraticamente eletti. La qualità della classe politica europea si misurerà dalla sua capacità di accettare la prospettiva federale e di farla comprendere ai cittadini del continente.
I popoli del continente europea chiedono meno ideologie e più concretezza
I popoli dell’Unione hanno avuto modo di rendersi conto della necessità di uno scudo energetico e di uno scudo militare, come anche di una autonomia tecnologica che richiede la formazione di major multinazionali europee, private o pubbliche, che possano reggere la concorrenza commerciale di quelle già esistenti, soprattutto nell’ambito dell’elettronica. Qualunque sia la configurazione dei gruppi politici che nasceranno nel parlamento di Strasburgo, questi problemi andranno affrontati. Lo scetticismo delle opinioni pubbliche, che si esprime in un ingenuo quanto pericoloso antieuropeismo, e che potrebbe portare a un massiccio astensionismo, è figlio di una mancata comprensione della svolta storica in atto e le generazioni future avrebbero ottimi motivi per deprecarne le conseguenze.