Arte e etichetta
Vietato portare in sala il calice di champagne, per un selfie di gran lusso, nel tempio dell’opera e del balletto italiano, l’agognata Scala-meta turistica, dove il nuovo Sovrintendente Fortunato Ortombina ha rimesso in vigore il dress code, che esclude infradito, shorts e canottiere.
C’è un luogo giusto per ogni cosa; e l’arte della gioia va coltivata al modo che merita.
È giusto che il balletto sia una conquista, una festa, un momento di bellezza, di eleganza, di dolce vita?
La Vecchia Europa, nel vento dei conflitti planetari, fa bene a coltivare ancora un’arte meravigliosa, nata nelle sue Corti e tuttora abbinata alle raffinatezze del buon vivere?
Se c’è chi, come le stelle della Scala, Carla Fracci, Liliana Cosi, e ora Roberto Bolle, si è adoperato per portare il balletto al grande pubblico, è indubbio che senza le grandi scuole, i grandi teatri e i grandi mecenati, la danza accademica, esigente, elegante, raffinata, non avrebbe modo di tramandare i suoi tesori di generazione in generazione per brillare nel mondo, amata anche in luoghi distanti da Milano, Parigi, Londra, Pietroburgo o New York, come a Lagos in Nigeria, dove la si studia persino in strada.

Ph: https://www.nytimes.com/2020/08/19/arts/dance/lagos-ballet-school-viral-video.html
Alla Scala, dove torna il galateo – si era allentato per aprire ai giovani, che però amano lo smoking e l’abito lungo – la voglia di leggerezza è premiata con il Lago dei cigni nella ardua versione di Rudolf Nureyev, l’immortale, dopo le recite entusiasmanti dell’intera Paquita, nella “riesumazione” amorosa del francese Pierre Lacotte, “antichista” del balletto.
Guizza di danze, tra bailaoras e toreri, la storia della gitana frizzante e astuta che incanta un nobile ufficiale napoleonico nella Spagna occupata, e fronteggia con astuzia il capo clan degli zingari, sicario designato del nemico francese; le nozze non possono mancare con un maxi valzer ondoso, una volta scoperto da un medaglione provvidenziale che anche Paquita è di buona schiatta, rapita alla sua vera famiglia da bambina.
Balletto e dolce vita
In un’estate caldissima dove si fa a gara per intrattenere turisti e villeggianti con tanti festival “partecipativi” in ogni paese e regione nell’Italia del Grand Tour, il balletto spunta a innalzare gli spiriti come un dono, un mozartiano “moto di gioia”, in luoghi benedetti, pubblici e privati, aperti a chi cerca dove godersi le belle sere felici all’aperto.
Il festival della danza di Nervi, il più antico in Italia, nei parchi abitati da rose e scoiattoli grigi, sotto la guida di Jacopo Bellussi, primo ballerino genovese dell’Hamburg Ballet, per conto della Fondazione Teatro Carlo Felice, ha deliziato il pubblico aprendo con un programma, Signature Pieces, affidato al Ballet de l’Opéra National de Paris, con il virtuosistico Grand Pas Classique, la Raymonda di Nureyev, Le jeune homme et la mort di Roland Petit, La mort du cygne di Fokin e Le Parc di Preljocaj su Mozart, un sunto di storia della danza.

A Orsolina28, centro artistico con meritoria vocazione sociale animato da Simony Monteiro, sulle colline di Moncalvo in Monferrato, là dove i vini piemontesi hanno una rinomata casa, Gauthier Dance, compagnia di balletto moderno diretta dal canadese Eric (Gauthier) a Stuttgart ha presentato in anteprima-dress rehearsal Turning of Bones del titolatissimo coreografo anglo-bengalese Akram Khan, ispirato ai rituali malgasci di commemorazione, nonché apologo contro il bullismo, mixando brani dei suoi titoli più felici: Jungle Book reimagined, iTMOi (In the Mind of Igor), il solo di DESH e il pas de deux Mud of Sorrow. In sincroni e forme geometriche perfetti, al calar del sole la performance si è colorita di stile, radicato nel suolo come il Kathak, e carica di colore nei toni di verde e blu per calzoni e tuniche al modo indiano – la musica è di Aditya Prakash – firmati da Kerry Rees: dresses for success.
Arte e danza in castelli e ville
Vini Zenato, della tenuta Santa Cristina a Peschiera del Garda, ha fatto da apripista con i suoi “salotti in cantina” al programma musicale di Garda Festival, costola del Fondo Niccolò Piccinni, sotto la direzione di Maximilien Seren-Piccinni, discendente del musicista, brindando a una serata di gala con i Solisti e i Primi Ballerini della Scala di Milano nel Castello Scaligero di Villafranca di Verona. Per Mythos, a cura di Beatrice Carbone, Antonella Albano, Martina Marin, Vittoria Valerio, Emanuele Cazzato, Edoardo Caporaletti danzano in onore di due poeti innamorati del lago, Catullo e D’Annunzio.
Alla Reggia di Venaria, in un turbine di danze di ogni genere, per Sere d’Estate, la compagnia Egri Bianco Danza offre un’esperienza con Wandern di Chiara Frigo, sul libero “girovagare” dello spirito, in un movimento corale, una passeggiata in cerca di una dimensione non solo terrena, sulle note di Steve Reich e su partiture di compositori del Novecento.
A Villa Borghese in Roma, nell’antica Loggia dei Vini, realizzata tra il 1609 e il 1618 per volere di Scipione Borghese, dove venivano serviti vini e sorbetti, luogo di gran pregio dimenticato, il progetto Lavinia evoca quelle buone usanze.
Lavinia Fontana (1552-1614) – tra le prime artiste riconosciute dalla storia dell’arte, presente nella collezione di Galleria Borghese – dà il titolo agli eventi paralleli al restauro effettuato da R.O.M.A. Consorzio, con la cura scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, grazie a una donazione dell’impresa Ghella. Ogni inaugurazione di Lavinia è associata a un gusto di gelato, secondo la stagione; quest’estate i sapori evocati sono “mango e sesamo nero” per incorniciare i lavori degli artisti in mostra alla Loggia, Jimmie Durham e Monika Sosnowska, a cura di Salvatore Lacagnina.
Stile inglese
Nel Giardino delle Cantine dei Marchesi Incisa della Rocchetta a Rocchetta Tanaro un elegante gala classico-moderno del Royal Ballet londinese ha regalato agli ospiti in colorate mise da campagna un menu di danze e di vini squisiti, a cura di un ballerino italiano della compagnia, Giacomo Rovero.
I protagonisti, globali come la capitale inglese, hanno proposto un ritratto del repertorio britannico, Rhapsody di Ashton in tono romantico, Elite Syncopations di MacMillan in chiave comica, il flessuoso Infra del contemporaneo McGregor, il velocissimo Takademe di Battle sulla sillabazione indiana con il fulmineo Caspar Lench, Within the Golden Hour di Wheeldon su musica di Ezio Bosso, e poi i pezzi di bravura da Bella addormentata, Grand Pas Classique di scuola franco-russa, Le Corsaire, Coppelia e, per finire Czardas, solo pirotecnico di percussioni tap e paillettes di e con la star Steven McRae. La passione per uno stile di vita nel segno della bellezza accompagna qui le degustazioni e i sapori.
Fondazioni, aziende, mecenati, pubblico e privato si sposano nell’arte, con ospiti, invitati, spettatori felici di soddisfare finalmente un desiderio di leggerezza, di innalzare un inno alla gioia.
L’arte di vivere e la maestria italiane sfidano i dazi di Trump.
