Aimez-vous Bach?

Aimez-vous Bach?
Lucinda Childs e Jennifer Koh in "Bach 6 Solos"

Parafrasando Françoise Sagan, e il suo Aimez-vous Brahms?, sulle scene della danza è Johann Sebastian Bach il musicista che più piace, ai coreografi e coreografi più diversi.

Il Johann Sebastian Bach di Anne Teresa De Keersmaeker

Anne Teresa De Keersmaeker, già enfant terrible della danza contemporanea belga al femminile, con il gruppo Rosas, nella sua maturità di sessantenne coraggiosa, ironica, saggia e folle insieme, sfida le Goldberg Variations bachiane in duo con il pianista Pavel Koleshnikov, giocando a dialogare in contrappunto con le note e le architetture musicali in uno spazio vuoto, di volta in volta definito da luci che sanno creare con eleganza angoli visuali differenti.

Volano le grandi mani di Pavel, danzanti sui tasti; gusta ogni dettaglio la danzatrice che lancia cenni d’intesa al suo partner.

I costumi, essenziali, sono di colore bianco e nero.

Grazie a questa scelta minimalista lo sguardo si concentra sui gesti vettoriali di Anne Teresa e su quelli del ragazzo curvo sullo strumento.

Gioia, leggerezza, ironia, energia innervano l’amore per Bach di una bad girl e un good boy uniti in un concerto guizzante. Concerto che inizia per entrambi a piedi nudi, da vedere e ascoltare mettendo in moto i neuroni a specchio.

Il Bach di Lucinda Childs

Una grande maestra della postmodern dance, Lucinda Childs, ottantenne, ha creato Bach 6 Solos, con la violinista Jennifer Koh, in una sorta di viaggio spirituale nella scrittura delle Sonate e Partite per violino solo, lavorando in un clima di libertà d’ascolto condivisa con l’artista-regista Bob Wilson, amico di lungo corso, con cui condivise lavori epocali come Einstein on the Beach su musica di Phil Glass. Le tuniche bianche regalano purezza a una performance in cui danza divinamente anche la magnifica eterna ragazza Lucinda in tutta la sua luminosità.

L’interpretazione di Bach di Roberto Zappalà

In Rifare Bach, un pezzo di ampio respiro per dieci interpreti, il coreografo catanese Roberto Zappalà ha visto la possibilità di “rinselvaggire” con suoni e rumori cosmici di boschi e di acque le perfette armonie geometriche dei suoni bachiani, scegliendo come sottotitolo La naturale bellezza del Creato, e puntando sul colore, nelle tante sfumature, accese e pastello, delle calzamaglie vellutate.

Brani famosi come Toccata e fuga in re minore che entrano nella playlist di Zappalà sono scompigliati in una danza corale, con soli e duetti, con belle dinamiche e prese incisive, e prendono un aspetto carnale, animale, nervoso e frammentato, tra note d’organo e tocchi elettronici.

Aimez-vous Bach?  Non è una domanda, è una certezza.