Dentro e dietro la manifestazione a Berlino

in uno spazio urbano di notte una persona fotografa un monumento illuminato e riflesso in una pozzanghera
Berlino, Porta di Brandeburgo

La recente manifestazione dei NO Vax a Berlino non è priva di conseguenze e di emulazioni. 

Le sigle più diverse di oppositori alle misure governative anti Covid hanno sfilato in agosto a Berlino all’ombra della Porta di Brandeburgo

Saskia Esken segretaria dell’SPD su Twitter li chiama” Covidioti”. Il mondo politico li sottovaluta. Sottovaluta la loro intenzione più volte dichiarata su Instagram di prendere d’assalto il Reichstag. L’ineluttabile avviene quando nel tardo pomeriggio qualche centinaio di manifestanti con una manovra diversiva sfugge allo schieramento di polizia e occupa la scalinata del parlamento tedesco. Solo pochi commessi e due poliziotti bloccano la loro irruzione nella grande sala d’entrata del Reichstag. L’occupazione è simbolica ma le foto degli occupanti con bandiere del Secondo Reich, cartelli contro i vaccini e contro le restrizioni alle libertà personali per la lotta anti Covid fanno il giro del mondo. 

I manifestanti sono un composito insieme di cospirazionisti, estremisti di destra, fautori del pensiero laterale, movimenti identitari, nostalgici, pacifisti, antivax, seguaci del culto” Qanon” fedeli al Presidente americano Donald Trump, unico salvatore dell’umanità contro un complotto per un infanticidio su scala planetaria. 

Per molti politici tedeschi è stato facile condannare questa manifestazione e i suoi rappresentanti. Un malcelato giudizio di superiorità e disprezzo ha nascosto agli occhi di molti che questo era l’emergere confuso, paradossale e imbarazzante di una parte della società tedesca. La finestra che grazie al Welfare aveva preservato l’Europa e la Germania dalla fine della II Guerra Mondiale con una prolungata pace sanitaria si è chiusa con il Covid

Poi il sistema sanitario tedesco ha dimostrato di essere assolutamente il primo e più efficiente d’Europa e ha accompagnato la vertiginosa ascesa del potere e dell’influenza tedesca, insieme ai soci francesi, sul continente europeo. 

Angela Merkel, conscia dei limiti con cui l’Unione Europea era intervenuta durante la crisi del 2008 in Grecia e poi con la crisi dei migranti, agisce con prontezza. La Germania entra nella crisi Covid con finanze pubbliche estremamente solide. Lo stimolo fiscale corrisponde all’8% del prodotto interno lordo. Si aggiunge il Recovery Fund  legato al bilancio UE per 700 miliardi di euro. Di fronte al gigantesco piano di riassetto della società e dell’economia per renderla compatibile e concorrenziale alle nuove sfide, l’opposizione politica rimane senza parola. Allora è una parte forse trascurabile, certo poco presentabile della società tedesca, alcuni dicono 15 mila manifestanti, altri 40 mila, che tenta l’inosabile, quello che tutti condanneranno, quello che non è per niente condivisibile se non nell’ottica della chiusura di quella lunga finestra di pace sanitaria che durava dal 1945. Manifesta in uno dei luoghi più sacri della Germania, di fronte alla Porta di Brandeburgo e poi si autodistrugge in una simbolica occupazione e tentativo di irruzione nel Reichstag.