Sintetizzare in un numero relativamente ridotto di pagine il panorama delle organizzazioni criminali nel mondo non è cosa facile. E già per questo motivo il lavoro di Andrea Di Nicola e Giampaolo Musumeci “Cosa loro, cosa nostra”, Utet editore, suscita un notevole interesse.
Gli autori utilizzano diverse chiavi di lettura per sviluppare il loro racconto in maniera efficace. Si mescolano sapientemente storie individuali e contesti socioeconomici in cui il malaffare e il crimine si sono consolidati e trasmessi. Ovviamente con una particolare attenzione alla criminalità che riguarda in qualche modo la società italiana.
La Mafia dalle origini ai giorni nostri
Si analizzano l’origine e le tradizioni di vari gruppi, dalla Mafia siciliana a Cosa Nostra, dai trafficanti di origini africane, ai contrabbandieri dell’Europa Orientale, fino alla malavita cinese, concludendo poi con le opportunità offerte dal Covid alle associazioni malavitose più organizzate.
Si desumono dalla lettura del saggio alcune considerazioni che riguardano quasi tutte le grandi organizzazioni criminali di un certo spessore. Innanzitutto l’enorme mole di denaro illegale che esse mettono in movimento attraverso traffici di armi, di droga e di esseri umani. Grandi capitali che molto spesso vengono reinvestiti in attività legali, le quali si frammischiano alle prime inquinando i mercati e le attività produttive sane.
Ciò avviene – e questo è l’altro aspetto cruciale – con l’aiuto essenziale sia della malavita locale, sia di quei colletti bianchi che si prestano a operazioni finanziarie disinvolte, chiudendo ambedue gli occhi sull’origine del denaro che maneggiano. E non manca il coinvolgimento di taluni attori politici di pochi scrupoli che non ostacolano la crescita di questi trust criminali.
Sottoposti e vittime
Al di sotto dei capi e degli organizzatori di queste associazioni troviamo una diffusa massa di «soldati» che operano la scelta criminale vivendo in una condizione di marginalità ed esclusione difficilmente superabili.
Ci sono poi le vittime dei traffici, le ragazze dell’Africa centrale che percorrono migliaia di chilometri, che vengono trattate come una qualunque merce, per finire sui marciapiedi delle metropoli europee.
Più in generale la grande migrazione proveniente dal Sud del mondo offre a potenti gruppi criminali di varia origine molteplici occasioni per porre in atto quel commercio di carne umana che spesso viene politicamente strumentalizzato per criminalizzare l’immigrazione in generale.
Prostituzione nigeriana, spaccio di oppiacei dal Marocco, contrabbando di sigarette gestito da bande dell’Europa Orientale e criminalità spicciola determinano un’economia sotterranea che necessita di un’organizzazione transnazionale. Quest’ultima poi sfugge alle maglie della legge, soprattutto nei Paesi che non dispongono di strutture repressive e ordinamenti penali adeguati.
Tutto ciò è narrato senza toni retorici, con assoluta aderenza a fatti, noti e meno noti, descritto nei dettagli spesso sconosciuti di quell’enorme zona d’ombra che pesa sulla coscienza del mondo civile.
Cosa loro, cosa nostra
It is not easy to summarize the panorama of the world’s criminal organizations in a relatively small number of pages. For this reason, the works of Andrea Di Nicola and Giampaolo Musumeci “Cosa loro, cosa nostra”, Utet publisher, arouses considerable interest.
The authors use different interpretations to develop their story in an effective manner, expertly mixing individual stories and socio-economic contexts in which the underworld and crime have consolidated and transmitted. Obviously with a particular attention to the crime that affects Italian society in some way.
Mafia from its origins to present day
They analyse the origin and traditions of various groups, from Sicilian Mafia to Cosa Nostra, by traffickers of African origin, to smugglers from Eastern Europe, and to the Chinese underworld, concluding then with the opportunities offered by Covid to the most organized criminal associations.
They are deduced from the reading of the essay some considerations which concern almost all large criminal organizations of a certain depth. First of all, the huge amount of illegal money that they move through arms trafficking, drugs and people. Large capital that is very often reinvested in legal activities, which intermingle with the former, polluting markets and healthy productive activities.
This happens, and this is the other crucial aspect, with the essential help of both the local underworld and of those white-collar workers who lend themselves to casual financial transactions, closing both eyes on the origin of the money they handle. And there is no lack of involvement of some unscrupulous political actors who do not hinder the growth of these criminal trusts.
Subordinates and victims
Below the bosses and the organisers of these associations, we find a widespread mass of “soldiers”.
The latter make the criminal choice living in a condition of marginality and exclusion that are difficult to overcome.
Then there are the victims of trafficking, the girls of Central Africa. They travel thousands of kilometres, treated like any commodity, to end up on the sidewalks of European metropolises.
More generally, the great migration from the south of the world offers powerful criminal groups of various origins multiple opportunities to implement that trade in human flesh that is often politically exploited to criminalize immigration in general.
Nigerian prostitution, opioid dealing from Morocco, cigarette smuggling run by Eastern European gangs and petty crime determine an underground economy that needs a transnational organization.
This one escapes the mesh of the law, especially in countries that do not have repressive structures and adequate criminal law systems.
All this is narrated without rhetorical tones, with absolute adherence to facts, known and lesser known, described in the often-unknown details of that huge grey area that weighs on the conscience of the civilized world.