Arte nuova, uomo nuovo

immagine colori, opera d'arte di Vittorio Mazzucconi, a sinistra figura femminile protende le braccia verso altra figura reclinata a terra, colori freddi, sfondo architettonico con arco e colonne aperto su cielo rosa
di Vittorio Mazzucconi

L’arte – parlo in particolare della pittura e della scultura – sembra oggi morta o ha comunque subito tali trasformazioni da porci davanti all’evidenza che essa non esiste più, almeno nelle forme di una volta, e che è necessario ripensarla interamente. Conosciamo i diversi sviluppi dell’arte nel tempo, dalle prime pitture rupestri ai nostri giorni ma, per poterla ripensare a fondo, dobbiamo chiederci: cos’è, in sé, l’arte, e come è nata?

Essa è nata dal bisogno istintivo dell’uomo di rappresentare il mondo intorno a sé ed anche i suoi primi pensieri e sentimenti, un bisogno che si è accompagnato a dei suoni rudimentali, poi alla parola in cui essi si sono articolati, e più tardi alla scrittura. Le arti visive consistevano quindi nella facoltà di tracciare con dei segni tale rappresentazione, dei segni da cui è nata anche la scrittura e che sono evoluti nel tempo per esprimere le più alte finalità umane, con diverse tecniche, fino all’invenzione della fotografia e alla conseguente invenzione di altre arti, come il cinema e la televisione, che si sono sostituite alla pittura.

Il mondo da rappresentare è rimasto più o meno lo stesso, mentre si sono sviluppati enormemente i pensieri che hanno finito col realizzare un mondo virtuale e alternativo, ma cos’è accaduto dei sentimenti? In parte, essi sono ancora vivi, anzi perenni, come il nocciolo stesso del nostro essere uomini ma, al di fuori di questo nocciolo, sono cambiati, ed evoluti in misura così sorprendente da sembrare del tutto diversi da quelli del passato. Ne è un esempio la ricerca di cibo, fondamentale per i primi uomini come per quelli di oggi, ma ingigantita non solo dalle moderne tecniche di produzione ma da una strabiliante ed invasiva pubblicità. A quali forme di arte del passato potremmo avvicinarne le immagini? Non ne troveremo davvero molte, ma neppure troveremo traccia del loro contenuto consumistico, poiché nel passato esso non c’era proprio. Non che gli uomini fossero disinteressati al cibo o ad altri beni, ma il loro interesse principale era al di fuori e al di sopra di questo piano.

Era nella religione, ossia nella fede in un destino soprannaturale dell’uomo, ma, negli ultimi secoli, abbiamo assistito al suo abbandono – in particolare in occidente in cui sono nate e poi scomparse la cultura classica e quella cristiana, ambedue figurative – e a quello della metafisica, in particolare l’abbandono della credenza nell’anima e nella sua sopravvivenza, senza parlare della morte, sempre più ignorata dagli uomini e decretata invece dal nostro tempo per Dio. Era una fantastica miniera di soggetti per l’arte di una volta mentre, in mancanza di essi, l’arte contemporanea guarda ai soli aspetti fisici, fenomenici, perituri del mondo, o addirittura al nulla che si nasconde dietro di essi.

immagine colori, progetto architettonico di Vittorio Mazzucconi, esterno sala da concerti a Copenhagen, 1993, strade e alberi in primo piano, secondo piano sala da concerti, cielo bianco
Vittorio Mazzucconi, Progetto per Sala per concerto a Copenhagen, 1993

Se l’evoluzione dell’arte era cominciata con i primi segni delle pitture rupestri, per arrivare poi a rendere tali segni sempre più ricchi, complessi e rivelatori di un mondo non solo fisico ma spirituale, l’evoluzione della scrittura ha seguito lo stesso e lunghissimo cammino, passando dalle prime liste di beni e animali alle iscrizioni funerarie e infine alle pagine sublimi dei grandi scrittori. A un certo punto è avvenuta però la più grande anche se assurda rivoluzione: si è cioè avuta la brillante idea di scrivere le parole in libertà, o di cancellarle, o di lasciare le pagine bianche, finché non verrà in mente a qualcuno di tagliarle alla Fontana, facendone altrettanti e altrettanto stupidi “concetti spaziali”.

Mentre tale “rivoluzione” non è andata oltre le bizzarre innovazioni dei suoi propugnatori e non è quindi riuscita a scalfire la fondamentale funzione della scrittura di registrare il pensiero umano, la parallela rivoluzione della pittura le ha fatto perdere questa stessa funzione, in modo che essa si è ridotta a produrre opere di analfabeti, a cavallo fra un impossibile ritorno alle più arcaiche origini e la nebulosa ipotesi di un futuro tecnologico, del tutto alieno all’arte. Certo il mondo non è più quello di una volta. Oltre alla caduta verticale di troppa cosiddetta intelligenza, ci sono stati innumerevoli cambiamenti che l’hanno rivoluzionato, per consegnarci a una società di massa alle prese con i problemi di massa e non certo con il rapporto fra arte e religione. Si guarda quindi anche agli aspetti scientifici e a quelli sociali, politici, economici e ambientali del nostro tempo, asserendo ben inteso di mettere al loro centro l’uomo, ma può esistere l’uomo senza l’anima, senza l’amore, senza la morte e senza Dio? Erano queste solo favole di altri tempi oppure sono una parte e anzi la sostanza dell’essere umano?