Alta Velocità

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Alla stazione Centrale di Milano, lungo i marciapiedi dove si accalcano i viaggiatori in attesa dei treni ad alta velocità, di folla ce ne è sempre stata.

I Frecciarossa italiani non sono gli Shinkansen o bullet train, i treni pallottola, che collegano ben 22 città lungo tutta la lunghezza dell’arcipelago giapponese. É una questione di status, loro sono stati i primi.

In un aspetto ora però Shinkansen, Frecce, Italo si assomigliano: hanno pochissimi passeggeri. Prima della pandemia l’Alta velocità italiana sembrava in grado di compensare, sia in termini di immagine che di utili, la rete ordinaria. Dello stesso erano convinti i giapponesi quando misero sul mercato le società che gestivano il servizio. Unica in Europa, l’Italia, molto prima della Francia, aveva aperto le tratte dell’Alta Velocità alla concorrenza di Italo NTV, poi venduto dai suoi azionisti originari a un fondo di investimento USA.

I treni ad alta velocità hanno degli alti costi fissi e soprattutto non possono cambiare rotta o destinazione come gli aerei. Ora stanno soffrendo come molti altri settori il cambiamento del modo di lavorare nelle aziende. É molto probabile che i pendolari da alta velocità, anche quando la situazione dovesse normalizzarsi, non torneranno con gli stessi numeri di prima della pandemia.

Il calo dei turisti sulla rete giapponese degli shinkansen è stata del 99%, quella per l’adozione del lavoro a distanza del 70%. I numeri italiani sono un po’ meglio, ma Milano con le sue tre stazioni dell’alta velocità, Centrale, Rogoredo, Porta Garibaldi, soffre.

Ora le Ferrovie dello Stato sono una delle agenzie più titolate a ricevere cospicui finanziamenti europei del New Generation Found. Saranno spesi per il rinnovo della rete ferroviaria ordinaria e probabilmente per quella dell’Alta Velocità. I sindaci di ogni schieramento politico si sentono danneggiati se le città che governano non dispongono di una stazione dell’Alta Velocità.

Non avercela rende la vita più difficile, ma i sindaci lombardi e quello di Milano questa volta stanno sulla barricata opposta all’Alta Velocità. Avendola già avuta, eccetto che sulla Genova Milano, vogliono finanziamenti per la rete ordinaria al servizio dei pendolari e per le metropolitane.