«Il mago di Riga» di Giorgio Fontana gioca a scacchi

Giorgio Fontana, Il mago di Riga
Giorgio Fontana, Il mago di Riga

É un problema che tocca l’Italia come tocca oggi la Francia: rari sono gli autori che sono in grado di prendere il posto dei celebri e grandi scrittori del dopo guerra. La creazione del cosiddetto Gruppo dei cannibali è stato una tragica illusione, velocemente dissipata. Era un’idea concepita da un editore, e dunque un falso, che non ha potuto resistere alla prova del tempo. Tra i giovani uomini o donne di lettere, non si scorgono, purtroppo, nuovi eletti.

Giorgio Fontana

Giorgio Fontana (nato a Saronno nel 1981) è uno dei pochi a potere essere preso in considerazione. Laureato in Filosofia, ha  deciso di dedicarsi alla letteratura. Ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2007: Buoni propositi per l’anno nuovo. Poi, l’anno successivo, ha pubblicato un saggio: Novalis. Sempre nel 2007, si è dedicato a una sorta di reportage narrativo sugli immigrati a Milano, intitolato: Babele 56. Otto fermate nella città che cambia. Con il suo terzo romanzo, Per legge superiore (2011), ha vinto il Premio Racalmare – Leonardo Sciascia 2012 e il Premio lo Straniero 2012. Con la sua opera successiva,  Morte di un uomo felice (2014), ha ricevuto il prestigioso Premio Campiello. Collabora con varie giornali e riviste come «Il Sole 24 ore» e «La lettura» , supplemento settimanale del Corriere della Sera. Tra i suoi lavori più recenti vanno citati i romanzi Un solo paradiso (2016) e Prima di noi (2020).

Il Mago di Riga

Adesso, esce da Sellerio a Palermo Il Mago di Riga (2022). É la storia d’un giocatore di scacchi, e non può farci non pensare alla lunga tradizione d’autori che hanno trattato questo genere d’argomento. Edgar Allan Poe, con «Il giocatore di scacchi de Maelzel », «La difesa Loujine» di Vladimir Nabokov, «Il gioccatore di scacchi» di Stefan Zweig, e tanti altri.

Con quest’opera l’autore si allontana dai suoi soggetti preferiti: il dopoguerra in Italia e gli anni di piombo. Questo libro ha una vera e propria dimensione metafisica. Il vero soggetto è il declino d’un grande Maestro. Un uomo che sembra ricercare il fallimento come conclusione a una vita avventurosa dedicata in modo esclusivo a questo gioco di strategia. 

Il protagonista dà l’impressione di essere imbattibile. É indiscutibilmente annoverato tra i campioni, e forse è davvero il migliore. Ma c’è un difetto fatale nella perfezione del suo talento, che lo rende capace di anticipare i diversi momenti della partita in corso. Tale imperfezione non è un errore di giudizio, ma è legata alla rivelazione della follia della sua esistenza. Il lettore è affascinato dallo strano destino di quest’uomo che ha dedicato la sua vita in competizione con gli altri, ma soprattutto con se stesso. 

No, nessuno potrà rimanere indifferente davanti a questo enigmatico Mago di Riga. É ovvio che Giorgio Fontana è passato a un nuovo modo di considerare l’atto di scrivere, non più come un strumento per capire la società italiana tramite il suo passato, ma come un veicolo per fare un tuffo nella mente d’un individuo alla ricerca della sua verità. Sì. si è rivelato capace di scrivere un’opera degna di questo nome. 

 

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