I frammenti cosmici di Tullio Pericoli

L'immagine mostra un'opera dell'artista marchigiano Tullio Pericoli. L'opera è un disegno su carta quadrato eseguito a china con una tecnica stilizzata che rimanda alla pittura giapponese, con piccole linee definite e grandi macchie più sfumate che vanno a delineare un paesaggio collinare simile alla campagna marchigiana
Tullio Pericoli

Frammenti è il titolo della mostra che Milano dedica al suo figlio adottivo (dal 1961) Tullio Pericoli di origini marchigiano nato a Colli del Tronto nel 1936. Una mostra antologica, curata da Michele Bonuomo con la collaborazione dell’artista e l’allestimento di Pierluigi Cerri, visitabile fino al 9 gennaio 2022.

Una iniziativa di grande spessore del Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale, Skira Editore e Design Terrae. Un bellissimo opportuno tributo alla lunga multiforme attività carriera di Pericoli.

Opere di grande impatto emotivo, a cominciare dai paesaggi

Le oltre 150 opere esposte, realizzate tra il 1977 e il 2021, raccolgono gran parte della sua produzione. Un percorso espositivo che restituisce tutta la magia e la grazia di un segno inconfondibile, capace di poesia, di atmosfere fiabesche e di profonde verità.

Il percorso espositivo si concentra principalmente sul paesaggio, uno dei soggetti preferiti dall’artista, soprattutto nel corso dell’ultimo ventennio, con opere di grande impatto, dove lo studio dei luoghi si traduce in visioni di colli e campi intessuti di filari, alberi e arature, trapuntate di punti e di linee e pozze di colori.

I ritratti di figure storiche 

“Dipingo paesaggi – scrive Pericoli – per apprendere la loro lingua e leggere le loro pagine. Non dipingo paesaggi per fare paesaggi. Li dipingo soprattutto per il piacere di dipingere, e di fare un quadro dopo l’altro

I suoi sono dei segni pensati e trascritti a tratti radi e a tratti fitti, ma sempre vivi e pulsanti. Imperdibile anche la stanza dedicata ai ritratti: fisionomie fedeli e al tempo stesso trasfigurate, figure importanti della scena culturale internazionale, amici, colleghi, ispiratori, da Montale a Calvino, da Proust a Beckett, da Pasolini a Kafka, pochi tratti e dei volti che si staccano dal fondo della tela come un’apparizione.

Le messe in scena alla Scala e all’Open House

Tratti somatici catturati con rara intensità ma con quel tratto leggero e originale che contraddistingue Pericoli. Non da meno le sue incursioni nel teatro, con le messe in scena di opere per l’Open House di Zurigo e il Teatro alla Scala di Milano.

 Un profondo creativo commento di Giuseppe Montesano

“Guardate bene una sua tela – scrive Giuseppe Montesano nel catalogo monografico edito da Skira – un paesaggio o un ritratto o un frammento: guardatelo con lo sguardo imprevisto che si sorprende e con lo sguardo contemplatore che si lascia sommergere… Pericoli ragiona per contatti e lega un albero a un cosmo, un fiore a un sasso, un occhio a un dito, una parola a un mare, uno sgraffio a un pensiero, un teorema a una passione, una linea a un buio, un bambino a un sogno”.